lunedì 21 febbraio 2011

Profonde crepe nelle mura del Cantiere....

Che fine hanno fatto i Cantieri della Sinistra aperti ad Adria e Rovigo in occasione delle prossime elezioni amministrative?

Il progetto del cantiere, per quanto riguarda me, era quello di unificare soggetti politici e della società civile che si ritrovano nei valori della Sinistra.

Già, valori della Sinistra, perché io credo che questi esistano ancora.

Il cantiere era luogo di condivisione programmatica, luogo di pianificazione di lotte comuni da fare in difesa di sacrosanti diritti. Dal cantiere è partito un grosso movimento d’impulso per i comitati per l’acqua bene comune; il sostegno ai lavoratori ricattati dalle logiche padronali; le donne del cantiere sono scese in piazza il 13 febbraio per urlare “Se non ora quando”, insomma abbiamo condiviso molte lotte come la questione del piano ambientale del Parco del Delta del Po o quelle a favore dell’istruzione Pubblica e dell’uguaglianza di tutti noi davanti alla legge…

Appunto tutte lotte che riguardano un universo di valori legati alla tradizione di Sinistra nei quali tutti noi crediamo…

Poi qualcosa si è rotto…

Non siamo stati in grado di trovare un candidato unico che si rispecchiasse in tutto quello che ho appena detto…Ancora una volta, come sempre, i personalismi l’hanno fatta da padrona…ancora una volta ha trionfato la vecchia politica…

A Rovigo Verdi, FdS e molte persone della cosiddetta società civile si stavano riconoscendo nella candidatura a sindaco di Matteo Masin, ma SeL e IdV non ne han voluto sapere…Benissimo, allora perché non ricorrere alle primarie, grandioso strumento per decidere tutti assieme quale sia il candidato che più di tutti gli altri possa rappresentare l’idea di quel nuovo soggetto politico-culturale che era divenuto il Cantiere della Sinistra?

Sarebbe stato troppo facile, invece un accordo provinciale siglato SeL-IdV ha bloccato le carrucole del cantiere ed ha portato ad imporre la candidatura di Nalin (SeL) per Rovigo e Barzan( IdV) per Adria…Insomma si sono spartiti le piazze…

Ma mi stupisco soprattutto di SeL, il partito di Vendola che tanto millanta le primarie e poi si rifiuta di parteciparvi quando non ha la sicurezza matematica di vincerle… Un partito nato dalla scissione con Rifondazione Comunista e che non è mai stato emarginato da questa…anzi eravamo tutti entusiasti di ritrovarci insieme nel cantiere…

Ad Adria poi alcuni esponenti del PD sono stati epurati dal loro partito anche per essere troppo vicini alle posizioni del cantiere, tanto da essere costretti all’autosospensione…non si poteva accordarsi anche con loro per avere una marcia in più, una marcia che a Rovigo non erano riusciti ad ottenere?

Invece niente, anche qui con la candidatura della Barzan si è bloccato tutto…

Ma io non ci sto e provo a fare una proposta surreale e grandiosa allo stesso tempo…

Perché non recuperare lo stesso l’idea di cantiere? Dobbiamo per forza mandare tutto all’aria per colpa dei soliti giochi politici?

Tutti quelli a cui non vanno giù queste due autocandidature possono unirsi e trovare un unico candidato sostenuto da liste civiche o partitiche che riprenda in mano il progetto del cantiere e costruire un’alternativa forte, solida e seria che sappia raccogliere il consenso dei cittadini di Adria e Rovigo?

domenica 20 febbraio 2011

SINISTRA, DOVE SEI?

Sono passati oramai 3 anni dalla conclusione dell’ultima tragica esperienza di governo della sinistra. L’Unione guidata da Prodi debole sin dal primo giorno della legislatura iniziata nel 2006 si è sciolta come neve al sole dopo meno di 2 anni di vita, e non poteva essere diversamente. Tuttavia agli occhi degli italiani la colpa della fine di quella misera esperienza di governo è ricaduta interamente sui partiti comunisti, mentre la verità come sappiamo bene è ben diversa. (Non che voglia assolvere l’operato di Rifondazione e Comunisti italiane che di colpe ne hanno avute e parecchie: dalla mancata redistribuzione del reddito, al rifinanziamento delle missioni militari, alla subordinazione rispetto alla componente cattolica della coalizione).



Da quel momento i comunisti sono stati estromessi dal Parlamento, a causa di una legge elettorale mirata a favorire i 2 partiti maggiori PD e PDL ed a costituire un Parlamento di nominati pronti ad obbedire ciecamente a chi li aveva inseriti nelle liste elettorali. Il cartello elettorale denominato Sinistra Arcobaleno non ce l’ha fatta ad oltrepassare il quorum del 4% ed improvvisamente per la prima volta dal dopoguerra i comunisti non hanno avuto una loro rappresentanza nel Parlamento italiano.
Ciò ha prodotto da una parte nuove lacerazioni: ovvero l’uscita della corrente di Vendola dal PRC nel corso del Congresso di Chianciano e dall’altra il tentativo di riavvicinare i partiti comunisti sotto la bandiera della Federazione della Sinistra, progetto questo, che ha dato i suoi frutti migliori a livello locale (penso alla positiva esperienza che si è avuta nella Provincia di Rovigo), mentre a livello nazionale le resistenze ed i personalismi di parte dei gruppi dirigenti hanno influito molto sui tempi e sulla riuscita del progetto.
Il momento storico e politico che stiamo vivendo richiede oltremodo che quell’unità delle forze autenticamente di sinistra (comuniste e non), tanto auspicata dai suoi militanti e simpatizzanti, sia realizzata nel più breve tempo possibile per farci trovare preparati e con delle proposte concrete da presentare nel caso (molto probabile) di elezioni anticipate. Troverei anche opportuna la confluenza di quel che resta di Rifondazione e Comunisti italiani in un unico Partito Comunista Italiano che diventi l'ossatura di un contenitore più grande quale dovrebbe essere la Federazione della Sinistra.
Purtroppo quello che vedo attualmente non mi piace affatto. Vi sono ancora troppi settarismi, e non si è giunti all’elaborazione di un’analisi e di una proposta seria che possa rendere partecipi gli italiani su che tipo di Italia si vuole realizzare. C’è una sorta di immobilismo e mancanza di iniziativa politica dei gruppi dirigenti della Federazione della Sinistra, che purtroppo sta danneggiando fortemente il progetto. Ogni giorno vedo intorno a me compagni sempre più delusi che si defilano perché non credono più nella riuscita del progetto, ci si rinchiude in una mera difesa dell’esistente senza rivendicare alcunché: e questa si rivela essere una strategia perdente come ci testimonia la continua spogliazione di diritti.
E così quell’entusiasmo e quella voglia di progettare e militare viene spento e difficilmente potrà essere recuperato. Ecco che a quel punto tanti dei delusi preferiscono affidarsi in maniera sbagliata al carisma del nuovo messia della sinistra (?) Vendola. E ci troviamo così con un nuovo Bertinotti in grado sì di catturare l’attenzione con la sua capacità dialettica, ma incapace di costruire una reale alternativa al sistema capitalista ed al populismo berlusconiano.
Uno dei motivi con cui cerco di dare una spiegazione all’immobilismo politico della Federazione (oltre alle diversità di vedute interne) consiste nel fatto che il suo gruppo dirigente non abbia ancora abbandonato l’idea di un’alleanza con il Partito Democratico e rimanga lì ad aspettare una chiamata, che probabilmente non giungerà mai. La gloriosa storia del Partito comunista italiano non può ridursi a questo. Chi si candida a prenderne il testimone ha il dovere di non infangare quel nome, ha il dovere di fare politica. E fare politica non significa cercare l’accordicchio per far giungere due o tre comunisti a sedere in Parlamento.

Con questo non voglio affermare che disdegno il dialogo, tutt’altro, ma il dialogo è un qualcosa che può avvenire soltanto tra pari. Come si può solo lontanamente pensare che il rapporto con il PD possa essere diverso da quello che il servo ha con il suo signore? Verremo usati per l’ennesima volta per far guadagnare all’armata brancaleone qualche centinaia di migliaia di voti, dopodiché le nostre proposte verrebbero immediatamente accantonate ed il nostri elettori si sentirebbero nuovamente traditi.
Molti obbietteranno che un patto con il PD si rende necessario per battere Berlusconi. Ma non lo si batte in questa maniera, al contrario lo si rafforza. Berlusconi e soprattutto il berlusconismo (cosa che sinceramente mi fa molta più paura) possono essere combattuti efficacemente solamente anteponendogli un modello culturale ed antropologico alternativo.
Il dialogo deve essere cercato con i cittadini, i lavoratori, i giovani, i disoccupati, i precari e gli studenti; con quella parte del sindacato che ancora resiste ai diktat di un capitalismo sempre più legibus solutus; con quella parte di popolazione che si sta impoverendo fortemente o è già povera; con i migranti che sono gli italiani del prossimo futuro. Bisogna riallacciare il rapporto con i movimenti che percorrono l’Italia da Nord a Sud. Mancano le proposte? Io non credo. Sono convinto piuttosto che manchi il coraggio per presentarle alla popolazione. Di fronte ad una crisi economica e culturale di tale portate servono scelte coraggiose:

1 - Perché non disporre l’assegnazione di tutti gli alloggi sfitti alle persone che non hanno una casa e la reintroduzione dell’eco-canone per combattere il continuo aumento degli affitti? Ricordo che il diritto ad un’abitazione è un diritto umano fondamentale (art. 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani).

2 - Perché non proporre una maggiore tassazione sul patrimonio e sulle transazioni finanziarie, e di pari passo prevedere l’alleggerimento del l’imposizione fiscale sul lavoro e l’adeguamento degli stipendi agli standards dei maggiori Paesi europei?
3 - Perché non proporre le 30 ore di lavoro settimanali (in opposizione alle 60 ore, soglia che vuole essere sdoganata anche nell’ambito dell’Unione Europea), in modo tale che gran parte dei disoccupati possa essere assorbita dal mercato del lavoro? Lavorare meno, ma lavorare tutti.
4- Perché non lanciare un grande piano di economia verde, che possa abbattere i consumi energetici e prevedere la produzione diffusa di energia pulita in modo tale da poterci affrancare dalla dipendenza verso i Paesi stranieri (come per esempio la Russia e la Libia).
5 - Perché non proporre la depenalizzazione dei reati legati alla micro-criminalità e al consumo delle droghe e prevedere invece pene più severe per i reati commessi dai “colletti bianchi”? E finalmente pensare al carcere come un’istituzione realmente finalizzata al reinserimento sociale del reo, senza che se ne calpesti la dignità umana come purtroppo avviene nei lager italiani. (Basti vedere gli ottimi risultati ottenuti dal carcere di Bollate dove una bassissima percentuale di detenuti torna a delinquere una volta scarcerati)
6 - Perché non rilanciare l’istruzione pubblica, la ricerca e la sperimentazione in un processo che miri ad integrare le culture dei migranti? (ricordo che solo fino a pochi anni fa l’Italia possedeva la miglior scuola primaria di tutta l’Europa, ora si sta procedendo alla sua smantellazione.


Queste sono solo alcune piccole proposte che una persona di sinistra vorrebbe vedere avanzate, ma ve ne sono numerose altre che attengono alla dignità ed alla sicurezza sul lavoro, al ritiro delle nostre forze armate dagli scenari di guerra, al rilancio all’insegna dell’efficienza, dell’efficacia e della qualità dei servizi pubblici. Ciò che serve agli italiani è l’entusiasmo creato da qualcosa che possa far intravedere un futuro diverso, non si può commettere l’errore di restare affacciati alla finestra ed attendere che succeda qualche cosa pena la conseguenza di divenire inutili ed ininfluenti. Io credo però che la sinistra in Italia abbia ancora molto da dire. Dobbiamo guardare al grande esempio di orgoglio e dignità che ci viene dai paesi della sponda sud del Mediterraneo che si sono riappropriati del proprio Paese e del proprio futuro. Hanno iniziato occupando simbolicamente una piazza, riappropriandosi cioè di un luogo pubblico, che appartiene a tutti. Mi sembra un ottimo punto da cui partire.

mercoledì 16 febbraio 2011

L'ORDA E GLI OMINI VERDI

Mi sono deciso a scrivere questo articolo per tre ordini di motivi: il primo risiede nel terremoto istituzionale che sta attraversando parte del Nord-Africa e del Medio Oriente, il secondo nell’atteggiamento del nostro governo nei confronti dei nuovi flussi di migranti e in terzo luogo nei persistenti luoghi comuni che affollano le menti degli italiani e anche di molti polesani in merito ai processi migratori.


Dobbiamo ancora comprendere l’enorme portata del mutamento che sta avvenendo in Tunisia ed Egitto e che sta coinvolgendo molti altri Paesi della sponda Sud del Mediterraneo. I regimi oppressivi e liberticidi che hanno governato questi Paesi negli ultimi decenni sono travolti da processi di democratizzazione e modernizzazione che testimoniano una grande e giusta aspirazione all’autodeterminazione. Ogni popolo possiede infatti il diritto ad autodeterminarsi, ma ciò non è stato possibile fino ad oggi per quei Paesi del Nord Africa che hanno visto il dominio di regimi autoritari che si sono insediati ed autoriprodotti nella complicità dell’Occidente. Proprio quell’Europa che sull’altare della propria “sicurezza” ha sacrificato i diritti umani fondamentali di quelle popolazioni. Per fermare l’ondata migratoria prodotta dalla diseguale divisione internazionale del lavoro e della distribuzione del reddito non ci si è fatti scrupoli a sovvenzionare e a firmare patti “di collaborazione” per fare in modo che i migranti fossero fermati in tutti i modi (dai campi di prigionia alle motovedette pronte a mitragliare i barconi carichi di persone).

E qui arriviamo al secondo punto, il ministro dell’Interno Roberto Maroni parla di “esodo biblico” e preannuncia l’arrivo di 80.000 nord-africani, tanto per ridestare l’attenzione del suo elettorato ancora shockato per l’affossamento del federalismo municipale. Il ministro mistifica la realtà, in quanto la maggior parte delle migliaia di tunisini che si stanno dirigendo verso l’Europa in questi giorni cercano di ricongiungersi con le loro famiglie residenti soprattutto in Francia. Invece di svolgere la funzione di Ministro dell’Interno che gli compete, ovvero quella di destinare le risorse umane e materiali necessarie per fornire la prima assistenza ai migranti, Maroni cosa fa? Getta la popolazione italiana nel panico, la fa sentire assediata da “un’orda” (come intitola il quotidiano della Lega, la Padania) di barbari pronta ad invaderci e a derubarci. Ha preferito lasciare migliaia di persone dormire all’addiaccio piuttosto che aprire le strutture del CIE, ultimate pochi anni fa e costate milioni di euro, che avrebbero potuto dare ospitalità a più di 800 persone. In seguito il ministro cosa fa? Si mette a sbraitare puntando il dito contro l’Unione Europea che ci avrebbe a suo dire abbandonati. Ma la pochezza intellettuale ed umana del Ministro viene subito a galla quando l’UE risponde che all’offerta di aiuti il governo italiano ha risposto picche. Ecco rivelata l’altra tattica dello stratega della Lega, farci sentire abbandonati da quell’Unione Europea ancora troppo morbida nei confronti dei migranti.

La situazione odierna rivela la strategia fallimentare del governo italiano e più in generale dell’Europa che si ostina a guardare i flussi migratori unicamente in chiave securitaria (con l’Agenzia FRONTEX, il « cordone sanitario » si è progressivamente sviluppato lungo le coste occidentali dell’Africa, nel Canale di Sicilia, tra Malta e Lampedusa, nel Canale d’Otranto, nel mare Egeo, e ai confini terrestri orientali dell’Ue, facendo aumentare il numero dei morti alle frontiere : le ONG stimano - a partire dai soli dati raccolri dalla stampa - che il numero delle vittime della « guerra ai migranti » condotta in Europa negli ultimi vent’anni si aggiri intorno a 15.000) e non fa pressoché nulla per cercare di capirne le cause ed agire su di esse. Basti pensare che fra due o tre decenni al massimo i rifugiati ambientali che premeranno alle porte dell’Europa si conteranno in decine di milioni per via delle conseguenze dei cambiamenti climatici e per trovare i responsabili dovremo solo guardarci allo specchio. Se vogliamo affrontare seriamente la questione delle migrazioni non si può fare a meno di mettersi nell’ordine delle idee di porre fine alle speculazioni finanziarie (basti pensare ai danni provocati dalle speculazioni finanziarie sui prodotti alimentari che hanno affamato milioni di persone la scorsa estate) e alle sperequazioni e di procedere immediatamente con un nuovo modello di sviluppo.

Infine volevo sollevare la questione della xenofobia ovvero della paura del diverso, come sappiamo anticamente i romani indicavano tutti i popoli stranieri con il termine generico di barbari. I barbari erano per i romani coloro che non erano in grado di parlare agevolmente la loro lingua e quindi “balbettavano” agli occhi dei romani. Oggi purtroppo un po’ come allora l’etnocentrismo la fa da padrone e non vi è la curiosità di entrare in relazione e di iniziare a conoscere culture diverse. Mi torna in mente una frase che ho sentito pochi giorni addietro che suonava più o meno così “Con quello che è capitato in Egitto vedrete quanti immigrati arriveranno e ci porteranno via il lavoro”. Questo è un pensiero ricorrente nelle menti di molti italiani sia di destra che di sinistra. E’ impressionante notare come la loro memoria sia di così breve durata. Solo pochi decenni fa decine di migliaia di Veneti sono migrati in cerca di fortuna in Piemonte per lavorare nella FIAT o nell’indotto, e quanti Veneti agli inizi del novecento sono migrati verso l’America Meridionale, in Argentina o in Brasile? Perché ora vogliono negare agli altri il diritto a migrare di cui hanno usufruito i loro bisnonni, i loro nonni o addirittura i loro stessi genitori?

E’ ben tenere presente che a terra che calpestiamo non porta inciso il nostro nome, è un bene comune di tutta l’umanità e ad ogni essere umano spetta il diritto a poter migrare, come ci ricorda la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo all’articolo 13 che così recita:

1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.

2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.

(posto qui il link http://unipd-centrodirittiumani.it/it/schede/Articolo-13-Terra-casa-comune/17 all’interessante commento di questo fondamentale diritto espresso dal prof. Antonio Papisca, Cattedra UNESCO "Diritti umani, democrazia e pace" presso il Centro interdipartimentale sui diritti della persona e dei popoli dell'Università di Padova)

Anche la Costituzione Italiana contiene un riferimento ai processi migratori, si tratta precisamente dell’art. 10 che così recita “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.”

E poi siamo così certi che ci portino via il lavoro? Dagli studi effettuati dagli esperti dell’UNDP (consiglio a tutti di scaricare da questo link http://www.onuitalia.it/notizie-ottobre-2009/306-lundp-ha-pubblicato-il-rapporto-sullo-sviuppo-umano-2009 il rapporto del 2009 del UNDP, di leggerlo e di divulgarlo) risulta che non vi siano particolari impatti negativi sull’economia o sul mercato del lavoro di un Paese destinatario di flussi migratori, anzi i benefici che se ne ricavano sono molti dalla varietà sociale alle innovazioni. Quello a cui ci vogliano portare la Lega e i partiti di destra è ad una guerra dei poveri per distogliere l’attenzione sui reali problemi che affliggono la nostra economia.

In conclusione credo che un partito che si dichiara essere di sinistra non può fare marcia indietro su questi temi solo per fini meramente elettorali. Non si può in nessun modo commettere il fatale errore di uniformarsi al pensiero maggioritario, ma al contrario abbiamo il dovere di aprire le menti dei nostri concittadini su queste tematiche e non dobbiamo far mancare la solidarietà a chi giunge da noi a costo di durissimi sacrifici per iniziare una vita onesta in Italia.

lunedì 14 febbraio 2011

Il cuore di Rovigo pulsa di DONNA

Finalmente anche Rovigo si sveglia….finalmente anche a Rovigo si riempie la piazza…finalmente anche a Rovigo qualcuno dice basta…Una Piazza Vittorio Emanuele gremita….più di trecento persone, per la maggior parte donne, per dire SE NON ORA QUANDO?
Non importavano pioggia e freddo, il 13 febbraio Rovigo pulsava di DONNA…
Un’enorme risposta al nostro appello, ci fa sapere l’assessore alle Pari opportunità Giovanna Pineda che si lascia sfuggire il commento del secolo: “500 firme in meno di cinque ore…alla faccia della poca gente…mejo dei risotti della Coppola...altrochè…"

Donne stufe, donne schifate, nauseate da una mercificazione sessista della società e della politica…donne, mamme, mogli, compagne che hanno voluto urlare al mondo il loro disappunto, hanno voluto far sapere che non sono in vendita; vogliono essere, diventare un qualcuno per quel che c’è dentro di loro, non per quello che il potere maschile pretende da loro…

Hanno saputo far svegliare Rovigo, han raccolto più gente di quella che si riunì in piazza Vittorio per protestare un anno fa contro il decreto salva liste….Proprio perché han saputo portare in piazza un dissenso radicale, profondo; son riuscite ad ottenere l’appoggio e la solidarietà anche dell’universo maschile, quello che non si ritrova nel modo di fare di Mr B. e dei suoi predoni, dei suoi giullari e delle sue ancelle…


Poche radical chic le ha definite la Gelmini…come se sapesse cosa significa radical chic….Buffonate, le ha definite la Santanché; si proprio lei che nel 2008 in campagna elettorale spiegava che il voto femminile a Berlusconi era un voto buttato via perché lui le donne le vedeva solo orizzontali…Guarda un po’ che cambiamenti porta una nomina a sottosegretario e l’inclusione nel circolo di Arcore…


Ma noi giovani della FdS abbiamo un giudizio diametralmente opposto…siamo fieri, toccati, orgogliosi, delle nostre compagne e di tutte le donne che han fatto sapere che il mondo non è quello dei festini di Arcore o di via Olgettina, e che han finalmente fatto vivere una giornata indimenticabile per la storia di Rovigo.

mercoledì 9 febbraio 2011

HO UCCISO IL MIO VICINO DI CASA....

Ebbenesi, l'ho strozzato... e allora? Che volete fare? Processarmi, arrestarmi, giudicarmi?Eh no miei cari, io sono un uomo libero…non mi avrete mai....

Da parecchi giorni ormai sentendo ai telegiornali le dichiarazioni degli esponenti degli unici partiti politici seri, il PdL e la Lega, ma anche sentendo le opinioni della gente comune; ne evinco che sulla vicenda che vede implicato il Presidente del Consiglio per prostituzione minorile e concussione si stia creando solo un inutile, squallido, abominevole polverone, o postribolo televisivo a seconda di come lo si voglia chiamare….

Hanno tutti ragione! Quei poveri comunisti vogliono processarlo perché ha fatto una telefonatina in questura fatta in tarda notte per far liberare la povera Ruby, arrestata per furto, spiegando che era la nipote di Mubarak. Sempre li a dubitare del buon cuore del nostro amato Silvio, cosa vuoi che cambi se poi invece di farla portare via dal console e magari alloggiare in ambasciata come si farebbe per i parenti dei capi di stato; la si sia fatta affidare alla consigliera regionale del PdL Nicole Minetti, la quale uscita dalla questura l’ha lasciata nelle mani di una prostituta brasiliana. Brutti malfidenti!

Ma non è tutto; come dice quasi ogni edicolante di paese, ogni massaia, ogni salumiere, quel povero cristo di Berlusconi a casa sua può far quello che vuole, infondo ognuno nella sua vita privata si comporta come crede…e se nei suoi festini sessuali partecipava qualche minorenne perché mai accusarlo di prostituzione minorile! E se sganciava buste con migliaia di euro c’è qualcosa di sbagliato? Lo sanno tutti che Silvio è generoso, lui è come s.Francesco, vive in povertà e dona i suoi averi ai bisognosi…come fa tra l’altro qualsiasi militante del PdL…

E poi scusate se mi ripeto, ma questa è una cosa fondamentale, tra l’altro detta e ripetuta da tutti i nostri parlamentari chiamati in quelle faziose trasmissioni di sinistra, non bisogna dimenticare quel che ho detto prima…era a casa sua, mica in via Montenapoleone…all’interno delle mura domestiche il nostro mr B. fa quel che gli pare e piace, checché ne dicano quei luridi comunisti.

Quindi ragazzi potete tutti capire come mi possa essere sentito io quando quel brutto comunistone del mio vicino di casa; si, proprio quello che ogni 25aprile ed ogni primo maggio mi pianta fuori la bandiera con la falce e martello, abbia avuto il coraggio di dire, in casa mia, che è giusto che Silvio si faccia processare… Ma vi rendete conto? In casa mia? Queste cose? No No No No

Così non ci ho più visto e l’ho strangolato…un comunista in meno, ne rimangono sempre meno! HAHAHAHAHA.

E poi amici…nessuno può farmi niente no? All’interno delle mura domestiche OGNUNO FA COME VUOLE…..