mercoledì 30 maggio 2012

La FdS organizza gruppo d'acquisto per il parmigiano terremotato...E NON SOLO...

Ogni iscritto alla Federazione della Sinistra ha ricevuto questo comunicato: 
"Care compagne e cari compagni, nel terremoto della crisi, e nella crisi del terremoto, la solidarietà è la nostra bandiera, non lasciamo soli i nostri fratelli..."

La Federazione della Sinistra Polesana ha deciso di rispondere all'appello del caseificio 4 Madonne di Medolla colpito dal sisma. I produttori del Parmigiano non chiedono elemosina, ma l'opportunità di rialzarsi col proprio lavoro. A causa del sisma il magazzino è stato gravemente compromesso e per poterlo ripristinare è necessario vendere il parmigiano....
Verso fine della prossima settimana i nostri giovani partiranno a proprie spese alla volta di Medolla per acquistare il formaggio ordinatoci dai polesani. Chiediamo a chi fosse interessato di contattarci via mail o via Facebook o telefono ai contatti che vi indichiamo sotto... 
Questa sorta di aiuto intelligente consente alle famiglie polesane di non essere gravate da impegni onerosi acquistando un prodotto ottimo ad un prezzo inferiore che al supermercato; e inoltre fa si che i terremotati non si sentano in procinto di chiedere elemosina.
Il prezzo per il parmigiano stagionato a 14 mesi è di 10,50 euro al kg

contatto Facebook:              Federazione della Sinistra Polesana   (www.facebook.com/fds.rovigo)

per il medio/alto polesine:  Lorenzo Feltrin:   feltrin.lorenzo@libero.it  3397181654

per il medio/basso polesine:  Angelo Motta: motta60@libero.it    3495589125

Sottolineiamo che oltre a questa iniziativa, la Federazione della Sinistra ha aperto presso il circolo di Modena la Cassa di Resistenza a cui inviare contributi economici tramite bonifico e che saranno poi devoluti alle famiglie degli operai morti nonché ai lavoratori rimasti senza occupazione per colpa del sisma. I contributi saranno versati sul conto del Prc Federazione di Modena e saranno trattati con la massima trasparenza come già accaduto per il sisma dell'Aquila e l'alluvione di Genova...e (in misura molto più modesta) come avvenuto coi proventi dell'iniziativa Arancia Metalmeccanica promossa dalla Federazione della Sinistra Polesana che ha devoluto i proventi della vendita delle arance ai lavoratori in lotta della Bassano Grimeca. 

E' dura chiedere esborsi di denaro in un momento di crisi e in un momento di diffidenza verso la politica...ma voi saprete riconoscere un partito della casta da un partito di lotta a fianco dei bisognosi. Per ogni iniziativa da noi promossa siamo sempre disposti, in prima persona, a darne conto nei minimi particolari.

Concludiamo con l'appello del circolo FdS di Cavezzo:
"Siamo a Cavezzo, stiamo allestendo la cucina per i terremotati. Ci servono una ventina di volontari e volontarie al giorno per tre mesi circa. Gestiremo come PRC - Fasce rosse - BSA una cucina da circa 250 piatti. Colazione - pranzo - cena. Attivatevi e fate liste volontari, la mail a cui inviare i nomi per i volontari è e.francani@libero.it . Tutti devono essere automuniti di tende e sacco e pelo. La solidarietà è la nostra bandiera, noi cuciniamo loro sfilano"

lunedì 28 maggio 2012

A chi fa paura il Parco? Chi si nasconde dietro i suoi oppositori?

Troppe idiozie, troppe cavolate, troppe menzogne sono state dette in questi 15 anni sul Parco del Delta...gente senza scrupoli ha manipolato l'opinione pubblica con vere e proprie infamie inventate sul Parco del delta, dal dire ai pescatori che non avrebbero più potuto cacciare, al dire agli agricoltori che non avrebbero più potuto coltivare per finire col dire ai cacciatori che non avrebbero più potuto dilettarsi con le doppiette. E ci troviamo qui, nel 2012 con un Ente Parco che macina soldi dal 1997, con comuni che ricevono grossi contributi tramite l'Ente e tramite l'Europa, ma con le stesse bugie che vengono palesate a destra e a manca....
Ed è quindi il caso di chiedersi quali interessi ci siano dietro le mosse dei manovratori...
A pochi metri da noi il Parco Emilia Romagna naviga in buone acque, crea occupazione, distribuisce permessi di caccia, fornisce marchio al pescato e all'agricoltura....mentre da noi la politica che non vuole decidere e la politica del compromesso han bloccato ogni possibilità di sviluppo...e gli stessi figli di questa politica accusano il Parco di frenare uno sviluppo che loro stessi non han voluto creare.
Per fortuna ad un certo punto arriva la Corte dei Conti che indaga sui soldi spesi per il piano ambientale del Parco che manca da 15 anni e il ministero dell'ambiente che minaccia di tagliare i fondi qualora non si approvi questo benedetto piano previsto già nella legge che istituisce il Parco del Delta...
E qui arriva il tour de force degli antiparco che organizzano eventi su eventi per bloccare nuovamente la votazione del piano che ricordiamolo ingloba pochissimi tratti del delta tanto da far sorridere quando ci si trova a guardare la piantina del vero perimetro del parco del Delta: il solo fiume Po..
Mentre i comuni corrono a chi sottrae più terreni alla mannaia del Parco, i manovratori continuano incessanti il loro lavoro che finora han svolto in modo ineccepibile...
Nella sola Porto Tolle si sono tenuti due convegni avversi al piano ambientale nel giro di una settimana....e quindi torniamo a chiederci: che interessi economico-politici stanno mascherando questi signori?
All'ultimo convegno di Porto Tolle c’era praticamente tutta la politica, eccetto ovviamente la Federazione della Sinistra. Tutti intenti a farsi vedere insieme e concordi nel dire che il Parco è un male per Porto Tolle ed è necessario uscirne.
Un paio di considerazioni spero ci siano permesse:
Allora, oltre al vicepresidente di Federcaccia, partecipavano tra gli altri anche il sindaco di Porto Tolle, l’assessore comunale Pizzoli, quello provinciale Bellan, Ivano Gibin per gli ex leghisti oltre a rappresentanti di alcune associazioni di categoria. 
Innanzitutto sorprende il tempismo di questo convegno; quando Porto Tolle aveva la vicepresidenza dell’Ente con la leghista Sacchetto, ogni istanza separatista era stata congelata, mentre ora, appena la Sacchetto ha ricevuto il benservito abbiamo avuto due convegni anti parco in una settimana….della serie quando abbiamo la poltrona siamo favorevoli, appena ci cacciano siamo sfavorevoli.
Quello che più ci preme ricordare è che Porto Tolle fa parte del Parco in base ad una specifica legge regionale, allora perché nessuno di quelli che chiedono l’uscita dei consiglieri portotollesi dall’Ente fa presente che anche se i rappresentanti del nostro comune non vanno nel consiglio a votare, Porto Tolle dovrà lo stesso sottostare a quello che il consiglio deciderà senza che il Delta abbia avuto opportunità di farsi sentire? Ci sembra una scelta suicida della serie decidete voi e noi ci adeguiamo…
Un’altra considerazione riguarda l’assessore provinciale Bellan: quando dice che al Parco si è sempre data troppa attenzione parla da Portotollese o da assessore provinciale? E’ bene ricordare la pioggia di critiche che questi soggetti hanno fatto cadere (senza peraltro ottenere alcun risultato) sul nostro consigliere Motta perché al Parco dicevano parlasse per conto proprio e non della provincia che rappresenta. Ma allora è giusto chiedersi: è la posizione della provincia quella di mandare un proprio assessore al convegno degli antiparco e dichiararsi concorde con questi?
Sentiamo l’assessore Pizzoli dire che nessuno ha chiesto chiarimenti sulle posizioni di Porto Tolle riguardo al piano del Parco, e quindi ci sorge il dubbio che soffra di amnesia visto che proprio questa settimana si è tenuto un incontro con sindaci e assessori dell’area Parco in cui Porto Tolle ha potuto dire la propria opinione ed ha ottenuto successivi incontri per chiarire la propria posizione.
Stessa cosa riguarda il Sindaco, non vorremmo che per evitare la caduta della sua debole maggioranza dia un colpo al cerchio ed uno al barile avanzando proposte diverse di revisione del piano a seconda che si trovi a cospetto di cacciatori inferociti o di colleghi sindaci dei comuni limitrofi.
Strano poi sentir dire che le associazioni di categoria sono tutte concordi nella posizione del comitato, per quanto riguarda la pesca ci sembra partecipassero solo due presidenti di cooperative ma nessuno della Lega Pesca o della Federcoopesca, e oltretutto sarebbe opportuno sapere se Tugnolo parlava a nome della propria cooperativa o a nome di vicepresidente del Consorzio pescatori.
In ultima battuta ben venga il referendum, ma allora come mai non è mai stato fatto finora per una scelta che si protrae da 13 anni? E come mai per una questione importante come il parco si riscopre la democrazia referendaria mentre per le decisioni sulla riconversione a carbone della centrale si è sempre demonizzato il referendum?
Insomma come sempre due pesi due misure e tanta, ma tanta incoerenza…ma infondo chissefrega, la campagna elettorale è iniziata e a Porto Tolle da sempre la coerenza non esiste

sabato 19 maggio 2012

Il comune di Porto Tolle vuole uscire dal Parco...



Di seguito le considerazioni del nostro consigliere comunale Claudio Bortolotti apparse sulla stampa a cui nessuno degli interessati ha risposto....quindi per il principio del "chi tace acconsente" ne evinciamo che il comune di Porto Tolle, amministrato da PD, PSI, Lega e PDL abbia deciso di uscire dall'Ente Parco del Delta del Po...




"La campagna elettorale per le amministrative 2013 a Porto Tolle ha preso ufficialmente il via mercoledì 09-05-2012.
L’argomento principale sarà senza dubbio la questione Parco, o per meglio dire l’uscita da parte del Comune di Porto Tolle dall’ente.
Stando a quello che le cronache ci riportano, questo in sintesi è quello che è emerso al convegno organizzato dal neonato movimento portotollese degli indipendenti (che visto il simbolo poi tanto indipendenti forse non sono).
Che scopo avesse l’iniziativa lo si intuiva sin dal titolo (“Parco del Delta del Po – dal 1997 ad oggi – senso o non senso della sua istituzione”); passando poi ai nomi dei relatori, il quadro si completava.
Ovviamente ci sarebbe molto da dibattere e ribattere sui contenuti e sull’indirizzato dato al dibattito, sull’uso strumentale del tema che ne fanno alcuni politici locali spacciando per “amore del territorio”  un mero calcolo politico-elettorale; ma ci saranno sicuramente tempo e modo per farlo. 
Ci sono due affermazioni del portavoce del movimento indipendenti che hanno attirato la mia attenzione: ”…abbiamo speso 10mila euro come amministrazione per elaborare proposte-tecniche per il piano del parco…”, oltre a: “Oggi col senno di poi, visto il non senso che ha l’esistenza di questo Ente, valuteremo l’uscita”. Queste affermazioni mi stimolano altrettante riflessioni: la prima è se c’era bisogno di spendere 10mila euro di soldi pubblici per trovare una scusa per farsi dire dall’ente che quelle modifiche non possono essere apportate al piano; ma quella, a mio avviso, politicamente più rilevante è se il portavoce, quando parla di uscita, parla per il suo movimento o parla anche per PD e PSI, attualmente in maggioranza con Lui. Nel caso, PD e PSI cosa pensano al riguardo? Hanno “per caso” nel loro nel programma elettorale 2013 contemplato questa opzione?
Non posso concludere che con una considerazione sulla partecipazione del Sindaco alla serata: ricordo che il 30-03-2012 non è intervenuto all’assemblea del comitato liberi cittadini di Porto Tolle, dal titolo “Centrale a carbone inutile e dannosa: con le rinnovabili si avrebbe tutela della salute e molti più posti di lavoro”, perché affermava: “La loro politica del no non mi appartiene”. Quella del no del comitato non Le apparitine, quella del no del movimento indipendenti Le apparitine? Come sempre si adottano due pesi e due misure, ma Le ricordo che lei è il Sindaco di TUTTI i Portotollesi, e non solo della parte che lo ha votato..."

La mafia teme di più la scuola che i magistrati...e noi rispondiamo: non ci avrete mai...


Come diceva il grande Antonino Caponnetto del pool antimafia assieme a Falcone e Borsellino: "La mafia teme di più la scuola che i magistrati"...e noi Giovani della Federazione della Sinistra Polesana rispondiamo: non ci avrete mai...
Non deve mai più succedere che un genitore, tranquillo di aver mandato il proprio figlio a scuola, debba poi venire a sapere che un attentato gliel'ha strappato via per sempre senza potergli dare un ultimo abbraccio..Non è più possibile che l'istruzione e la coscienza antimafia debbano essere messe in discussione da vili attentati...Da oggi in ogni istituto, più di prima, dovrebbe essere obbligatorio trattare di criminalità organizzata e sensibilizzarne la lotta...una società istruita, dei giovani che studiano con coscienza senza chinare il capo fanno paura, tanta....
Dopo l'orrore, lo sgomento e la tristezza, è la rabbia il sentimento che ci coglie sentendo la notizia del più vile degli attentati. Una rabbia che deve darci la forza di reagire, come Paese, come cittadini, come persone. Se gli assassini che mettono le bombe e uccidono ragazze inermi vogliono seminare il terrore, spaventare, spingere la gente a chiudersi in casa, noi dobbiamo reagire, manifestare e discutere collettivamente. Non ci sono ancora notizie certe sulla matrice di questa vigliacca violenza, ma certo, troppe sono le coincidenze che portano a pensare alla mafia. Il modo più triste per celebrare il ventennale delle stragi di Capaci e via D'Amelio  è sapere che la mafia uccide ancora. Che la mafia esiste ancora. Che sia questa la natura della strage o meno, il Paese deve rispondere collettivamente, alzare la testa, stringersi attorno ai familiari di chi non c'è più, ai feriti, ai superstiti, alla città di Brindisi e gridare con forza, coraggio e determinazione: "Non ci fate paura!". La più bella risposta è quella che vediamo in queste ore, con le persone che in ogni città, compresa la nostra, scendono in piazza e manifestano il loro sdegno, ma anche la loro voglia di reagire.
Alle istituzioni, alle Forze dell'Ordine, alla Magistratura chiediamo di sapere dimostrare altrettanta forza e determinazione, di non cedere a nessun ricatto o vile intimidazione e di saper stroncare definitivamente il cancro della violenza mafiosa e terrorista.

Federazione Giovani della Sinistra Polesana

martedì 8 maggio 2012

Elezioni in Polesine, la FdS si riprende Taglio di Po

Mentre in Europa abbiamo assistito alla vincita di Hollande in Francia con tanto di comunisti all'11% ed in Grecia la sinistra radicale si è piazzata seconda, in Italia il pdL e la Lega sono finalmente scomparsi facendosi risucchiare il proprio corpo elettorale dal movimento di Grillo...
In Polesine, dove le novità politiche giungono sempre con qualche tempo di ritardo, il centrosinistra riesce a sottrarre una roccaforte al centrodestra e si afferma quindi in tutti e tre i comuni maggiori...
A Fratta Polesine la presidente della provincia Tiziana Virgili diventa primo cittadino affermandosi con la propria lista davanti ad un'altra lista sempre di centrosinistra quasi azzerando i voti di pdl e lega.....
A Badia Polesine vince Gastone Fantato a cui davamo l'appoggio esterno, e a Trecenta il nostro candidato sindaco Guglielmo Brusco non centra l'obiettivo di diventare primo cittadino ma entra comunque in consiglio comunale mantenendo il posto che prima era occupato dalla compagna Paola Panziera...

La vera rivoluzione è avvenuta a Taglio di Po, dove l'amministrazione uscente era di centrodestra e dove la FdS da qualche anno non eleggeva più un consigliere...
Stavolta oltre ad aver strappato il comune al centrodestra della Coppola grazie ad un giovane candidato sindaco come Francesco Siviero, la nostra Giovane Gaia di Giangiacomo (in foto) fa il pieno di preferenze e si posiziona al secondo posto, subito dietro l'ex sindaco Margaret Crivellari...
Una scelta che ha pagato quindi, quella delle candidature giovani che nella FdS non sono mai mancate e che da sempre portano un ottimo contributo in ogni comune polesano nel quale ci presentiamo ai cittadini... Un misto di novità, giovinezza, freschezza ma anche un'intensa attività capillare di campagna elettorale da parte degli uomini del partito ha portato quindi Gaia ad essere eletta miss preferenze... Un giusto connubio tra novità ed esperienza...
Un in bocca al lupo a tutti e grazie a chi ci ha votato, rendendo palese anche agli occhi dei ciechi, che quando il centrosinistra è genuino, senza giochetti, senza secondi fini, senza antagonismi, è in grado di vincere senza bisogno di cercare l'appoggio della Coppola con trasversalismi che gli elettori non capiscono più e di cui si sono stufati...

domenica 6 maggio 2012

ELEZIONI IN EUROPA: QUALE DIREZIONE?

La giornata di oggi si rivelerà fondamentale per capire quale direzione prenderà l'Unione Europea e se avrà o meno un futuro. Si vota infatti in 4 Stati dell'Unione ( Francia, Grecia, Germania e Italia) e in Serbia, i risultati che emergeranno dalle urne si tradurranno poi in un possibile ripensamento della politica economica di austerità decisa, in primis dalla Germania, o in una sua conferma.



Ma partiamo dalle elezioni più importanti e cariche di conseguenze, ovverosia dalle elezioni francesi. Il candidato socialista Hollande è riuscito per la prima volta nella storia nel sorpassare il presidente uscente al primo turno delle presidenziali. Questo dato conferma il fatto che il popolo francese in larga misura si è reso conto che la politica portata avanti da Nicolas Sarkozy si è rivelata fallimentare. Egli nel solco di molti altri leader europei quale "medicina" da contrapporre all'avanzamento della crisi ha utilizzato il taglio della spesa pubblica e la compressione dei diritti sociali. Ciò ha comportato una accelerazione della crisi che anche in Francia si fa sta ripercuotendo pesantemente. Sarkozy inoltre è stato finora un pilastro fondamentale della strategia del rigore e dell'austerità professata dal cancelliere tedesco. tanto che i giornali hanno ribattezzato questa inedita alleanza franco-tedesca fondendo i nomi dei due in "Merkozy".

Hollande, dall'altra parte, pur non essendo nuovissimo della politica francesce, non dimentichiamo che si tratta dell'ex marito di Ségolène Royal e segretario del partito socialista a quel tempo, si sta proponendo come portatore di una "nuova" politica soprattutto in ambito europeo. Ha già affermato che metterà in discussione l'asse franco-tedesco soprattutto per quanto riguarda il fiscal compact, il pareggio di bilancio in Costituzione e la tobin tax. La Francia si sa, per la sua storia, la sua cultura e la sua economia, è un grande Paese e può essere il fulcro di una nuova idea di Europa non più germanocentrica e liberista. Se Hollande vincerà, com'è probabile, le elezioni e riuscirà a formare un'alleanza con gli altri Paesi dell'Europa meridionale (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia) avrà un peso tale che la Germania non potrà ignorare e sarà quindi obbligata a sedersi al tavolo delle trattative.

C'è da rilevare poi un buon risultato ottenuto dalla sinistra radicale in Francia che nel suo totale può vantare un ottimo 15% e potrà contare nelle scelte di politica interna ed estera. Vi è da segnalare pure l'ascesa della destra radicale guidata da Marine Le Pen che sfiora il 20%, giungendo a raccogliere quasi il 40% nelle campagne e nei quartieri più degradati delle città. Non bisogna sottovalutare questo dato in quanto il Fronte National è portatore di idee xenofobe e nazionaliste molto spinte che ci fanno tornare in mente gli anni più bui della storia europea. Per di più si prepara, con la sconfitta di Sarkozy si prepara a prendere la testa di tutta la destra francese e potrà rivelarsi un serio problema nel futuro soprattutto se la crisi dovesse peggiorare e non avere sbocchi.



Subito dopo la Francia in ordine di importanza vi sono le elezioni greche. In esse si fronteggiano essenzialmente i partiti sostenitori del memorandun, il documento con il quale la grecia ha preso formalmente l'impegno di adottare le politiche di austerità in cambio del prestito da parte dell'UE e del FMI, e i partiti invece che intendo strappare quel documento denunciando come le politiche attuate stiano uccidendo il popolo greco. I sondaggi indicano una grande emmorragia di voti per i partiti che hanno sostenuto il patto, ed una grande ascesa sia dell'estrema destra che dell'estrema sinistra che intendo mettere tutto in discussione. Da notare che la sinistra radicale è divisa in tre partiti ognuno dei quali accreditato di circa un 9%, mentre l'estrema destra si colloca intorno al 20%. Tuttavia questi sondaggi sono da prendere con le "pinze" in quanto gran parte dell'elettorato di dice indeciso oppure minaccia di non andare a votare. E' quindi difficile fare previsioni su chi vincerà. Si può solo evidenziare che se i partiti firmatari del memorandum non otterranno la maggioranza parlamentare si aprirà una nuova fase di incertezze e si dovrà tornare ai tavoli della trattativa. Non è nemmeno escluso che la Grecia venga, a questo punto consensualmente, posta al di fuori dell'area euro e che torni alla dracma.



Spostiamoci ora in Germania, oggi infatti si vota nel land dello Schleswig-Holstein che si trova ai confini con la Danimarca, domenica prossima invece si vota nel land più popoloso: il Nord Reno-Westfalia. I più in difficoltà sono i liberali della Fdp per i quali si prospetta un crollo che potrebbe arrivare persino a mettere in discussione la tenuta del governo Merkel. In Germania, essendo uno stato federale, le elezioni regionali sono tenute in gran considerazione, basti pensare che il socialdemocratico Gehrard Schröder era andato alle elezioni anticipate proprio perchè nel 2005 aveva perso la maggioranza nel Land del Nord Reno-Westfalia. I liberali rischiano di non superare la soglia del 5% necessaria per accedere al parlamento regionale e ciò può indurre Frau Merkel ad indire alezioni anticipate in autunno nel tentativo di cercare alleati migliori. E' possibile quindi che dalle urne esca un ennesimo verdetto di sfiducia nei confronti della politica europea ed interna (non dimentichiamo lo sciopero generale indetto la scorsa settimana dal potente sindacato metalmeccanico tedesco) del cancelliere tedesco.



Tocca ora alla Serbia dove si vota insieme per le presidenziali anticipate, le legislative, le municipali e le regionali in Voivodina (nord). A fronteggiarsi sono principalmente lo schieramento filo-europeista e riformista guidato da Boris Tadic e lo schieramento conservatore e nazionalista con a capo Tomislav Nikolic. I due leader si aggirano entrambi intorno al 35% dei consensi e saranno loro a sfidarsi nel turno di ballottaggio previsto per il 20 maggio dove sarebbe dato vincente, sempre secondo i sondaggi, Boris Tadic. La partita si è giocata sostanzialmente sui temi dell'integrazione europea e della crisi economica, con Tadic che è riuscito ad attirare come sostenitore, concedendo generosi aiuti di stato, men che meno l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, il quale ha deciso di spostare parte della produzione in Serbia offrendo quindi occupazione. Il tutto si traddurrà in voti per il presidente uscente Tadic. Le legislative però vedono in testa il Partito del progresso serbo (Sns, conservatore) di Tomislav Nikolic, al 33%, rispetto al 28% del Partito democratico (Ds) di Tadic. Nikolic però faticherebbe di più a trovare alleati per un governo.



Infine vi sono le elezioni amministrative italiane. Non sono moltissimi i comuni dove si vota, ma i risultati di alcune città importanti quali Genova, Verona, Parma, Palermo, Catanzaro, Taranto, Lecce e l'Aquila. Si dovranno leggere i risultati nell'ottica degli scandali che hanno coinvolto pesantemente i partiti, l'ultimo dei quali la Lega, ancora al centro dell'attenzione mediatica e alla luce del voto di protesta contro le politiche di macelleria sociale condotte dall'esecutivo. Interessate da osservare sarà anche l'affermazione del Movimento 5 Stelle il quale guidato dal suo popilista leader Beppe Grillo si propone come movimento anti-sistema e proprio per questo probabilmente riuscirà ad ottenere un buon risultato, nonostante alcune recenti frasi pronunciate da Grillo che lasciano interdetti, ad esempio che lo Stato strangola i cittadini, mentre la mafia non arriva a tanto. Frase questa che ha provocato una forte condanna da parte dell'associazione dei familiari delle persone vittime di mafia.

La sinitra radicale invece non è vista come alternativa valida al sistema (anche per via delle divisioni che la pervadono) e questo è un vulnus preoccupante in un periodo nel quale la crisi picchia duro e le destre ed i movimenti populisti prendono forza.



In conclusione possiamo affermare, al di fuori di ogni dubbio, che questa tornata elettorale europea avrà una portata storica e ciò che uscirà delle urne sarà foriero di conseguenze importanti, positive o negative, per l'intero quadro europeo.