mercoledì 21 luglio 2010

LA POLTRONITE ACUTA DELLA LEGA NORD

Qualche giorno fa sui quotidiani locali è apparso un comunicato stampa congiunto di tre esponenti della Lega Nord rodigina: il segretario Contiero, il consigliere regionale Corazzari ed il consigliere provinciale Gibin.

Il trio di briscola chiedeva a gran voce lo stop all’iter di approvazione del piano del Parco del Delta del Po, previsto per il 6 agosto.

Tale richiesta è stata giustificata dagli omini verdi col fatto che ad ottobre scade il mandato per i quattro componenti di nomina regionale in seno all’ente, e quindi il partito di Bossi spera ovviamente che Zaia rimpiazzi gli uomini PdL con esponenti padani oltre alla naturale sostituzione del consigliere leghista Falconi, dimessosi in occasione delle elezioni regionali.

Sempre secondo i firmatari del comunicato stampa, è opportuno tener presente che Porto Tolle è il comune più esteso del parco e quindi occorre che la lega perori le cause del comune bassopolesano.

Infine accusavano il presidente Gennari (sindaco di Porto Viro in quota PdL) di aver dato un’accelerazione improvvisa all’iter di approvazione del Parco senza rispettare i voleri degli esponenti leghisti.



Forse è bene smantellare questo teorema partendo dall’ultima affermazione: forse non tutti sanno che il Parco del Delta del Po è gestito dalla regione Veneto, di cui mi risulta la lega abbia la presidenza; è stato fondato nel 1997 ed in tutti questi anni se il carroccio era contrario all’istituzione dell’ente non mi sembra l’abbia fato notare all’ex governatore Galan, né gli ha mai fatto mancare la maggioranza.

Fra le norme che regolano il Parco, vi è inserito il comma che invita l’ente ad approvare celermente un “piano”, in cui (facendola breve) vengono stabiliti i confini naturali in cui l’ente ha giurisdizione. Bene, mi sembra che siano passati 13 anni, durante i quali i comuni del territorio del parco hanno apportato le modifiche che ritenevano necessarie alle bozze che via via venivano prodotte, fino a creare quest’ultima come espressione di un compromesso fra le varie amministrazioni. Purtroppo l’ultima bozza ha ridimensionato ulteriormente i confini dell’ente, relegandolo sostanzialmente al territorio corrispondente al corso del fiume Po. Probabilmente le lobbies dei cacciatori, di qualche magnate dell’agricoltura e dei colossi energetici insediati in polesine sono riuscite ad entrare nel consiglio e ad ottenere via via sempre più restringimenti al territorio del Parco. E’ piuttosto sconcertante perciò sentir parlare di accelerazione improvvisa considerato poi che l’ente Parco Emilia Romagna è già dotato di tale piano.



Logico quindi trovare Assurdo, sciocco e sconcertante il comportamento della Lega soprattutto sulla lamentela per l’esclusione dall’iter di approvazione del piano del Parco.
Vorrei ricordare che in consiglio risiedono l’assessore Tasso di Taglio di Po, e il vice-sindaco di Adria D’Angelo che mi risultano essere esponenti del Carroccio. Per non parlare di Stefano Falconi, nominato dal comune di Rosolina e dimessosi come anticipato prima. Bando quindi alle ciance, se non si sentono rappresentati da Tasso e D’Angelo è un problema interno al partito di Bossi, e non si può di certo bloccare l’ente in attesa della sostituzione di Falconi, dopotutto non gli ha ordinato il medico di rassegnare le dimissioni.


Gibin poi scrive in merito all’annosa questione di Porto Tolle, sostenendo che è giusto tenere presenti le posizioni di questo vasto comune in seno al consiglio. Anche qui però è bene che Gibin rammenti che l’amministrazione comunale di Porto Tolle di cui egli stesso fa parte ha nominato l’assessore Mantovani ed il consigliere Fecchio per perorare le proprie cause all’interno dell’ente. Mi sembra poco rispettoso nei confronti dei suoi colleghi di maggioranza erigersi a “messia” senza il quale il piano del Parco non può essere approvato. O forse punta a eliminare l’articolo 30 in modo da dare conseguentemente il via alla centrale a carbone dell’Enel, di cui Gibin è tutt’oggi dipendente?

Va ricordato poi che la presidente della Provincia Tiziana Virgili ha voluto nominare Angelo Motta come suo portavoce nell’ente, proprio per dare voce al basso polesine, portando così a 3 il numero di consiglieri portotollesi.

Spero che a questo giro di boa la Lega Nord debba accontentarsi di stare alla finestra, almeno fino a quando Zaia ripristinerà il dominio leghista alle spese di qualche consigliere Pdl...
Di chi si tratterà mai?