giovedì 29 novembre 2012

Striscione sul lavoro nella sede FdS a Rovigo, consigliere del PDL fa interrogazione al sindaco trovandolo INDECOROSO



Da qualche tempo, per lanciare la campagna referendaria su lavoro e pensioni, che si chiuderà a fine anno e che prevede la raccolta firme a sostegno di Art.18 e contro la riforma Fornero, la Federazione della Sinistra di Rovigo ha affisso alle finestre della sede provinciale di Rovigo in Corso del Popolo, uno striscione che recita l'art.1 della Costituzione Italiana: "L'italia è una Repubblica fondata sul lavoro".



Bene, tutto tranquillo fino a quando, notizia dell'ultim'ora, il consigliere comunale del PDL di Rovigo, Giacomo Sguotti (foto a lato), ha presentato un'interrogazione al Sindaco di Rovigo Bruno Piva, al fine di ottenerne la rimozione poichè lo ritiene INDECOROSO...
Bene, caro Sguotti, se non ti riconosci nel primo articolo della Costituzione della Repubblica Italiana, se TU quello INDECOROSO. 
Data la gravità di questa limitazione della libertà di espressione e di pensiero, abbiamo scritto alle redazioni dei principali giornali e telegiornali Italiani...
Tutta italia deve sapere che a Rovigo NON E' PIU' POSSIBILE CITARE L'ART UNO DELLA COSTITUZIONE...
Caro Sguotti, è ora che TU renda omaggio al decoro del Consiglio Comunale DIMETTENDOTI all'istante.

lunedì 26 novembre 2012

REFERENDUM: dove firmare in Polesine dal 28 novembre al 2 dicembre


 Anche questa settimana come da un mese a questa parte, continua la mobilitazione della Federazione della Sinistra sui 5 quesiti referendari che ricordiamo riguardano:

- Abolizione diaria dei Parlamentari

- Reintroduzione articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (no licenziamenti senza giusta causa)

- Abolizione art.8 riforma Fornero che consente di derogare al Contratto Nazionale di Lavoro (pagare di meno, lavorare di più o di notte o nei festivi eccetera)

- Abrogazione riforma pensionistica Fornero (2 quesiti)

Da questa settimana è possibile firmare presso gli uffici elettorali di TUTTI i comuni del Polesine grazie allo sforzo dei nostri compagni che hanno presidiato a tappeto tutte le amministrazioni della provincia.
Sono previsti inoltre i seguenti banchetti presso i mercati paesani:


- mercoledì 28, ore 9,30 - 12,30: Porto Viro, mercato settimanale;
- mercoledì 28, ore 17: Borsea (Rovigo), zona industriale (vicino Infunfor);
- giovedì 29, ore 9,30 - 12,30: Cà Tiepolo (Porto Tolle), mercato settimanale;
- venerdì 30, ore 9,30 - 12,30: Taglio di Po, mercato settimanale;
- venerdì 30, ore 9,30 - 12,30: Ceregnano, mercato settimanale;
- venerdì 30, ore 17: Rovigo, zona industriale (vicino Agritalia);
- sabato 1, ore 9,30 - 12: Occhiobello, mercato settimanale;
- sabato 1, ore 9,30 - 12: Cà Tiepolo, Porto Tolle;
- sabato 1, ore 9,30 - 12: Adria, mercato settimanale;
- sabato 1, ore 9,30 - 12: Grignano Polesine (Rovigo), mercato settimanale;
- domenica 2, ore 9,30 - 12: Pincara, piazza;
- domenica 2, ore 9,30 - 12: Fratta Polesine, mercatino dell'antiquariato;
- domenica 2, ore 10 - 12,30: Rovigo, corso del Popolo.



L'elenco completo dei comuni in cui firmare è questo:


ADRIA
ARIANO NEL POLESINE
ARQUA' POLESINE
BADIA POLESINE
BAGNOLO DI PO
BERGANTINO
BOSARO
CALTO
CANARO
CANDA
CASTELGUGLIELMO
CASTELMASSA
CASTELNOVO BARIANO
CENESELLI
CEREGNANO
CORBOLA
COSTA
CRESPINO
FICAROLO
FIESSO UMBERTIANO
FRASSINELLE POLESINE
FRATTA POLESINE
GAIBA
GAVELLO
GIACCIANO CON BARUCHELLA
GUARDA VENETA
LENDINARA
LOREO
LUSIA
MELARA
OCCHIOBELLO
PAPOZZE
PETTORAZZA GRIMANI
PINCARA
POLESELLA
PONTECCHIO POLESINE
PORTO TOLLE
PORTO VIRO
ROSOLINA
ROVIGO
S. MARTINO DI VENEZZE
SALARA
SAN BELLINO
STIENTA
TAGLIO DI PO
TRECENTA
VILLADOSE
VILLAMARZANA
VILLANOVA DEL GHEBBO
VILLANOVA MARCHESANA

sabato 17 novembre 2012

Commovente lettera-appello della Sindaca di Lampedusa..


Pensiamo che questa lettera debba fare scuola, questa lettera debba essere fatta leggere a tutti i leghisti ed i razzisti sparsi per l'Italia... A Lampedusa, un' isola invasa quasi ogni giorno da profughi in fuga dai loro paesi, un sindaco donna alza la voce e chiede aiuto, ma in maniera dolorosa, come una madre che ha perso dei bambini. Persino Lampedusa ha saputo liberarsi di un sindaco leghista, persino Lampedusa ha scoperto che con le sparate della domenica e con il razzismo non si risolvono i problemi, se ne costruiscono altri più grandi e schifosi...

"Sono il nuovo Sindaco delle isole di Lampedusa e di Linosa
Eletta a maggio, al 3 di novembre mi sono stati consegnati già 21 cadaveri di persone annegate mentre tentavano di raggiungere Lampedusa e questa per me è una cosa insopportabile. Per Lampedusa è un enorme fardello di dolore. Abbiamo dovuto chiedere aiuto attraverso la Prefettura ai Sindaci della provincia per poter dare una dignitosa sepoltura alle ultime 11 salme, perché il Comune non aveva più loculi disponibili. Ne faremo altri, ma rivolgo a tutti una domanda: quanto deve essere grande il cimitero della mia isola?
Non riesco a comprendere come una simile tragedia possa essere considerata normale, come si possa rimuovere dalla vita quotidiana l’idea, per esempio, che 11 persone, tra cui 8 giovanissime donne e due ragazzini di 11 e 13 anni, possano morire tutti insieme, come sabato scorso, durante un viaggio che avrebbe dovuto essere per loro l’inizio di una nuova vita. Ne sono stati salvati 76 ma erano in 115, il numero dei morti è sempre di gran lunga superiore al numero dei corpi che il mare restituisce.
Sono indignata dall’assuefazione che sembra avere contagiato tutti, sono scandalizzata dal silenzio dell’Europa che ha appena ricevuto il Nobel della Pace e che tace di fronte ad una strage che ha i numeri di una vera e propria guerra.
Sono sempre più convinta che la politica europea sull’immigrazione consideri questo tributo di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non un deterrente. Ma se per queste persone il viaggio sui barconi è tuttora l’unica possibilità di sperare, io credo che la loro morte in mare debba essere per l’Europa motivo di vergogna e disonore. 
In tutta questa tristissima pagina di storia che stiamo tutti scrivendo, l’unico motivo di orgoglio ce lo offrono quotidianamente gli uomini dello Stato italiano che salvano vite umane a 140 miglia da Lampedusa, mentre chi era a sole 30 miglia dai naufraghi, come è successo sabato scorso, ed avrebbe dovuto accorrere con le velocissime motovedette che il nostro precedente governo ha regalato a Gheddafi, ha invece ignorato la loro richiesta di aiuto. Quelle motovedette vengono però efficacemente utilizzate per sequestrare i nostri pescherecci, anche quando pescano al di fuori delle acque territoriali libiche.
Tutti devono sapere che è Lampedusa, con i suoi abitanti, con le forze preposte al soccorso e all’accoglienza, che dà dignità di esseri umane a queste persone, che dà dignità al nostro Paese e all’Europa intera. Allora, se questi morti sono soltanto nostri, allora io voglio ricevere i telegrammi di condoglianze dopo ogni annegato che mi viene consegnato. Come se avesse la pelle bianca, come se fosse un figlio nostro annegato durante una vacanza."

lunedì 5 novembre 2012

Referendum: dove firmare in Polesine dal 28 novembre al 2 dicembre


 Anche questa settimana continua la mobilitazione della Federazione della Sinistra sui 5 quesiti referendari che ricordiamo riguardano:
- Abolizione diaria dei Parlamentari
- Reintroduzione articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (no licenziamenti senza giusta causa)
- Abolizione art.8 riforma Fornero che consente di derogare al Contratto Nazionale di Lavoro (pagare di meno, lavorare di più o di notte o nei festivi eccetera)
- Abrogazione riforma pensionistica Fornero (2 quesiti)

Da questa settimana è possibile firmare presso gli uffici elettorali di TUTTI i comuni del Polesine grazie allo sforzo dei nostri compagni che hanno presidiato a tappeto tutte le amministrazioni della provincia.
Sono previsti inoltre i seguenti banchetti presso i mercati paesani:


- mercoledì 28, ore 9,30 - 12,30: Porto Viro, mercato settimanale;
- mercoledì 28, ore 17: Borsea (Rovigo), zona industriale (vicino Infunfor);
- giovedì 29, ore 9,30 - 12,30: Cà Tiepolo (Porto Tolle), mercato settimanale;
- venerdì 30, ore 9,30 - 12,30: Taglio di Po, mercato settimanale;
- venerdì 30, ore 9,30 - 12,30: Ceregnano, mercato settimanale;
- venerdì 30, ore 17: Rovigo, zona industriale (vicino Agritalia);
- sabato 1, ore 9,30 - 12: Occhiobello, mercato settimanale;
- sabato 1, ore 9,30 - 12: Cà Tiepolo, Porto Tolle;
- sabato 1, ore 9,30 - 12: Adria, mercato settimanale;
- sabato 1, ore 9,30 - 12: Grignano Polesine (Rovigo), mercato settimanale;
- domenica 2, ore 9,30 - 12: Pincara, piazza;
- domenica 2, ore 9,30 - 12: Fratta Polesine, mercatino dell'antiquariato;
- domenica 2, ore 10 - 12,30: Rovigo, corso del Popolo.



L'elenco completo dei comuni in cui firmare è questo:


ADRIA
ARIANO NEL POLESINE
ARQUA' POLESINE
BADIA POLESINE
BAGNOLO DI PO
BERGANTINO
BOSARO
CALTO
CANARO
CANDA
CASTELGUGLIELMO
CASTELMASSA
CASTELNOVO BARIANO
CENESELLI
CEREGNANO
CORBOLA
COSTA
CRESPINO
FICAROLO
FIESSO UMBERTIANO
FRASSINELLE POLESINE
FRATTA POLESINE
GAIBA
GAVELLO
GIACCIANO CON BARUCHELLA
GUARDA VENETA
LENDINARA
LOREO
LUSIA
MELARA
OCCHIOBELLO
PAPOZZE
PETTORAZZA GRIMANI
PINCARA
POLESELLA
PONTECCHIO POLESINE
PORTO TOLLE
PORTO VIRO
ROSOLINA
ROVIGO
S. MARTINO DI VENEZZE
SALARA
SAN BELLINO
STIENTA
TAGLIO DI PO
TRECENTA
VILLADOSE
VILLAMARZANA
VILLANOVA DEL GHEBBO
VILLANOVA MARCHESANA




mercoledì 31 ottobre 2012

Verona-Rovigo: una molotov su Porto Tolle e sul Delta


Il lancio di una Molotov: questo è l’effetto sul comune di porto Tolle causato dal riordino delle provincie annunciato dal ministro Patroni Griffi.
E pensare che questo governo di professori dovrebbe contraddistinguersi per intelligenza e buon senso. Mentre anche un bambino delle elementari, messo di fronte alla cartina politica del Veneto avrebbe capito che è un’assurdità il passaggio del Polesine in provincia di Verona. E a farne le spese, come al solito, è il delta ed in particolare il comune di Porto Tolle. 
Usano la scusa di un ipotetico risoarmio ma non è così perche almeno un consiglio provinciale rimarrà, gli assessore rimarranno e aumenteranno i loro rimborsi chilometrici per la maggior distanza che dovranno affrontare; invece per i cittadini ci saranno maggiori costi e così di nuovo il carico dello stato ricadrà sulle spalle dei piccoli contribuenti.
Un cittadino di Scardovari o di Pila dista già 75 km da Rovigo, attuale capoluogo di provincia, ma col nuovo riordino si ritrova separato da quasi il doppio dei chilometri (140) da Verona. L’assurdità è che la città scaligera è la seconda città del Veneto in ordine di lontananza; l’estremo Delta è più vicino a Venezia, Padova, Treviso e persino Vicenza! Già che c’erano potevano farci andare sotto Belluno!
E’ scandaloso e scioccante dover percorrere tali distanze per recarsi in Camera di Commercio, Prefettura, Corte dei Conti e chissà in quanti altri uffici periferici dello Stato.
Ma non è finita qui: Porto Tolle vive di pesca, il consorzio raggruppa 1400 pescatori, ed oggi i diritti esclusivi di pesca spettano alla provincia. Che ne sarà quindi di una storica esperienza nel governare un processo economico-produttivo di queste dimensioni. Che ne devono sapere a Verona di pesca se non hanno nemmeno il mare! E non è finita qui, l’Ente Parco del Delta del Po sarebbe nella Provincia Scaligera che mai si è occupata di una zona umida come la nostra, di bonifica del territorio umido; a Verona non c’è nemmeno il Po!!!
L’unica soluzione praticabile nell’immediato è bloccare questo iter in attesa che la Corte Costituzionale si esprima sul ricorso presentato da tutte le province italiane e sul quale molti costituzionalisti sono pronti a scommettere essendo il riordino delle province materia per legge Costituzionale e non di decreto del governo. Per bloccare il riordino occorre indire subito un referendum per far decidere i polesani se diventare Veronesi o passare in Emilia Romagna. In questo modo se la corte costituzionale ci darà ragione rimarremmo rodigini, altrimenti sarà il Polesine a decidere, non di certo il ministro Patroni Griffi.
Bisogna che in polesine tutti corrano alla stessa velocità, basta pensare a chi preferisce Venezia e chi Padova, indiciamo subito un referendum consultivo e blocchiamo l’iter del decreto. Poi si vedrà. Chiediamo al sindaco che assieme ad altri comuni diventi protagonista di un’iniziativa in questo senso, bastano sei comuni per indire il referendum e rispedire il decreto al mittente.
Chiudiamo con un piccolo campanello di allarme: il primo a ipotizzare riordino delle province fu Licio Gelli, capostipite della loggia P2, vogliamo davvero realizzare il suo progetto?

Accorpamento Province: antidemocratico, anticostituzionale e INUTILE


Che l'operazione mediatica "Province" del governo sia assolutamente antidemocratica, inutile e anticostituzionale credo sia evidente a tutti. Antidemocratica, perché si è deciso di far sì che i nuovi Consigli Provinciali non siano più eletti dai cittadini, ma dai Sindaci, espropriando così sovranità al popolo e riducendo gli strumenti di controllo popolare, il ché farà sì, peraltro, che le nuove megaprovince, più grandi e non più elette, divengano dei mega-carrozzoni clientelari dove la spesa e la corruzione aumenteranno a dismisura. E non a caso il primo a proporre l'eliminazione delle Province fu un certo Licio Gelli, gran maestro della loggia P2, nel suo piano di rinascita democratica. Inutile, o meglio dannosa, perché i pochi risparmi che si otterranno non solo si sarebbero potuti ottenere in misura maggiore e più semplice con una legge che riduca le indennità delle Giunte e rivedendo le funzioni delle Province (che, a mio avviso, potrebbero tranquillamente assorbire le funzioni svolte da una miriade di enti di secondo grado), ma gli stessi saranno vanificati in gran parte dagli enormi costi che una simile riorganizzazione (che di fatto interessa tutte le province italiane) comporta. Anticostituzionale, perché la nostra Costituzione dice esplicitamente che le modifiche dei territori proviniciali possono essere promossi solo dalle province locali o dai Comuni, previa consultazione della popolazione. Tutti passaggi il governo dei banchieri ha bellamente scavalcato decidendo da Roma l'accorpamento di territori e servizi che nella realtà non saranno affatto semplici.
Venendo a Rovigo la scelta dell'accorpamento a Verona è probabilmente quanto di peggio si potesse fare. Il Polesine così si disperde in un'area molto vasta e popolosa di cui la nostra provincia sarà poco più di una colonia in cui ridurre i servizi e delocalizzare le attività inquinanti. Senza alcun peso politico, senza alcuna prospettiva di avere investimenti su un territorio che, anche elettoralmente, rappresenterà meno di 250.000 persone su una mega-area di oltre 1.200.000. Che fare a questo punto? La speranza è che la Corte Costituzionale fermi quest'abominio in punta di legalità. Ma i banchieri, si sa, fanno bene i loro conti. Ed hanno calendarizzato i tempi in modo che la sentenza della Corte potrebbe arrivare a babbo morto. A questo punto che la migliore via da praticare per i polesani sia quella seguita da Piacenza: una proposta di referendum per cambiare Regione. Non solo questo bloccherebbe l'accorpamento, ma anche qualora questo andasse avanti credo, per tutta una serie di motivi evidenti, che per il Polesine sia più logico e vantaggioso un accorpamento con Ferrara che con Verona o anche fosse Padova. In ogni caso, almeno, col referendum saranno i polesani a decidere se preferiranno morire ferraresi o veronesi. Un ultimo barlume di democrazia prima che i banchieri ce la tolgano del tutto per giocarsela in Borsa.

Lorenzo Feltrin
portavoce provinciale Federazione della Sinistra

sabato 20 ottobre 2012

REFERENDUM SUL LAVORO...SI PARTE!!!



E' partita in tutto il Paese la raccolta firme per promuovere i 4 referendum depositati dalla Federazione della Sinistra e che mirano nel loro insieme a scardinare la controriforma del lavoro, portata a compimento dal governo Monti, e a togliere alcuni privilegi di cui godono i nostri parlamentari.

E' bene ricordare quali spiacevoli effetti ha prodotto la "controriforma" del mercato del lavoro targata Elsa Fornero & Mario Monti. In primis ha prodotto il cosìdetto fenomeno degli "esodati" ovverosia di coloro che si trovano improvvisamente nella spiacevolissima situazione di non avere né un lavoro e nemmeno i requisiti per accedere alla pensione. Si tratta di tutti quei lavoratori che circa un anno fa avevano maturato i requisiti per poter andare in pensione ed avevano preso accordi con l'azienda o per la quale lavoravano per fissare la data di fuoriuscita dal lavoro attivo. Ma con l'incredibile innalzamento dell'età pensionabile (fissato a 67 anni per uomini e donne), questi ultimi si trovano di fronte un periodo di circa 5-6 anni durante il quale non possono tornare al vecchio posto di lavoro in quanto l'azienda ha già provveduto a sostituirli (e inoltre non ha alcun interesse a riprendere un lavoratore "anziano") e non possono ricevere la pensione. Si ritrovano così senza alcun reddito. Il governo aveva cercato di far fronte a questa situazione stanziando un fondo preposto a fornire un reddito a circa 65.000 esodati. Tuttavia i così tanto blasonati tecnici devono aver commesso un grossolano errore, causato probabilmente dall'ansia di voler accontentare i diktat della Germania, del Fondo Monetario Internazionale e dei mercati finanziari, giacché gli esodati effettivi si assestano nell'ordine di 2-300.000 unità in base ai calcoli dei sindacati e della stessa INPS. 

Altra spiacevole conseguenza della controriforma delle pensioni si concretizza nel blocco del turnover dei lavoratori, cosicché mentre i padri restano al lavoro per un lustro in più del dovuto, i figli restano disoccupati e a carico dei genitori. E' facile notare che così facendo si vanno a perdere professionalità ed energie fresche portate dalle nuove generazioni formate nelle università e negli istituti tecnici, i quali, quando sono fortunati trovano un lavoro precario e quasi sempre malpagato.
Passiamo ora a vedere più da vicino un altro degli pilastri su cui poggia l'attacco ai diritti dei lavoratori perpetrato dall'attuale governo, e ricordiamo votato in parlamento dai maggiori partiti che lo sostengono ovvero PD e PDL. Monti ha realizzato quello che Berlusconi non era riuscito a compiere nel 2003, ovvero la riforma dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori (legge 300 del20 maggio  1970). L'art. 18. lo ricordiamo, prevede tutela il lavoratore dal licenziamento "senza giusta causa" cioè nei casi in cui il datore di lavoro licenzia il dipendente in modo illegittimo, in particolare: nel caso di licenziamenti disciplinari (mancanza di giustificato motivo soggettivo), di licenziamenti economici (mancanza di giustificato motivo oggettivo) o perché perpetrato con finalità discriminatorie. Spetta poi al giudice del lavoro decidere in merito alla legittimità o meno del licenziamento e stabilire il reintegro per il lavoratore illegittimamente licenziato.

 L'articolo 18, non offre tuttavia una protezione per tutti i lavoratori, ma solo per quelli impiegati:
  • nelle unità produttive con più di 15 dipendenti (5 se agricole);
  • nelle unità produttive con meno di 15 dipendenti (5 se agricole) se l'azienda occupa nello stesso comune più di 15 dipendenti (5 se agricola);
  • nelle aziende con più di 60 dipendenti.

La tutela offerta dal nuovo art.18, così come emerso dall'accordo tra governo, PD e PDL, risulta gravemente depotenziata. Innanzitutto è previsto il reintegro solamente nel caso di licenziamento discriminatorio, e lascio a voi la riflessione sulla difficoltà nel dimostrare la natura discriminatoria del licenziamento (l'onere della prova ricade sul lavoratore). Negli altri due casi per l'azienda scatta l'obbligo del reintegro solo nei caso più gravi (manifesta evidenza), e prevede in linea di massima il pagamento di un indennizzo quantificato in 12 mensilità. Al lavoratore diventa quindi non conveniente fare ricorso al giudice del lavoro in quanto anche se la sentenza si dimostrasse a lui favorevole non avrebbe che 12 mensilità come risarcimento e a queste andrebbero dedotti i redditi percepiti dal lavoratore nell'attesa della sentenza.

Infine, con il terzo provvedimento varato dal governo Monti (fortemente pressato da Marchionne e da Confindustria) ha sancito il forte depotenziamento dei Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro.  I CCNL sono dei veri e propri contratti firmati tra datori di lavoro e rappresentati dei lavoratori che stabiliscono degli standard di riferimento minimi per un determinato settore produttivo. Essi provvedono a stabilire una serie di condizioni, dai minimi salariali, ai trattamenti di anzianità, dalla disciplina dell'orario, alle qualifiche e mansioni fino alla stabilità del rapporto di lavoro, ecc. Ebbene il governo conferisce alla aziende il potere di derogare alle condizioni stabilite dai CCNL per mezzo di Contratti Aziendali. Ciò fa subito scattare un campanello d'allarme dato che è facile immaginare come, in una realtà produttiva dove il sindacato è debole oppure si vende al padrone, è facile per l'azienda sfruttare ancor di più i propri lavoratori, stabilendo ad esempio turni massacranti, riduzione delle pause, aumento dei ritmi produttivi ecc.

Ebbene la Federazione della Sinistra ha deciso di dare battaglia a questo esecutivo di stampo fortemente neoliberista, nel modo più democratico possibile! Ovverosia dando la possibilità ai lavoratori di potersi esprimere e decidere direttamente attraverso 4 referendum su questioni che toccano le loro vite così pesantemente.  Ha così deciso di presentare, insieme a IDV e SEL, due quesiti che prevedono l'abrogazione delle modifiche riguardanti l'art.18 e l'eliminazione della diaria dei parlamentari.
Inoltre la FDS non si ferma qui, in quanto a questi due referendum "comuni" con altri due partiti, ne ha depositati in Cassazione altri due che riguardano per l'appunto l'abrogazione della mostruosa controriforma delle pensioni ed il ripristino dell'inderogabilità del CCNL.

Da parte nostra, in qualità di militanti, ci impegneremo al massimo per far sì che venga fornita a tutti la possibilità di dare il proprio contributo attraverso una firma affinché il referendum possa essere effettivamente celebrato (ricordiamo che occorrono 500.000 firme, 700.000 per andare sul sicuro, uno sforzo non da poco quindi). Incoraggiati dal grande entusiasmo vissuto nella campagna di raccolta delle firme per il referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento, dove i compagni hanno fornito un contributo fondamentale, siamo sicuri di poter centrare l'obiettivo prefissato. Il tempo per la raccolta delle firme è limitato, entro fine dicembre debbono essere depositate in Cassazione, per questa ragione è bene che tutti siano a conoscenza del fatto che i moduli necessari verranno depositati in ogni Comune perché possano essere firmati.
Ai cittadini, di ogni orientamento politico, chiediamo di aiutarci (e aiutare quindi loro stessi,  i loro amici e familiari) con il massimo impegno in questa battaglia di civiltà, per proteggere i diritti dei lavoratori sempre più calpestati e per invertire la rotta rispetto alle sciagurate decisioni del presente esecutivo.

sabato 6 ottobre 2012

Bye Bye Laruccia...ora chi paga le nuove elezioni?

Ieri, 05 ottobre 2012 il tribunale ha deciso, il sindaco di Trecenta Antonio Laruccia è decaduto da sindaco in quanto ineleggibile...
Niente di nuovo, si sapeva ma è servita una sentenza per far capire anche al sindaco come funziona la legge Italiana..
In poche parole, Laruccia quando si è candidato a sindaco ed è stato eletto era vicepresidente del Consorzio Rifiuti. La legge Italiana stabilisce che chi gestisce risorse quali acqua o rifiuti ad esempio non può anche ricoprire cariche politiche quali ad esempio quella di sindaco ovviamente per evitare conflitti di interesse. Peccato che a Laruccia la legge non piaceva e ha deciso di ignorarla. Nel Consiglio comunale del suo insediamento i consiglieri di opposizione Brusco e Azzolini gli fecero notare la sua ineleggibilità e chiesero una sospensione di dieci giorni per studiare assieme la legge e vedere se si poteva procedere all'insediamento di Laruccia come primo cittadino. Ma l'arroganza di quest'ultimo come sempre l'ha fatta da padrona, non ha minimamente ascoltato le proteste ed è andato avanti per la sua strada...
Col senno di poi caro Laruccia, ti saresti evitato questa colossale figuraccia...
Ora Laruccia annuncia ricorso, infatti dice "se l'ho fatto 5 anni fa lo posso fare anche oggi". Ma in realtà non è così. A cosa serve diventare i delfini della Isi Coppola quando entrambi non rispettate o non conoscete la legge? Fortunatamente la Legge italiana non ammette ignoranza, tutto ciò che è contenuto nei codici civili, penali, amministrativi è valido anche se il cittadino non conosceva l'esistenza di tale divieto. E in questo caso LAruccia e Coppola lo conoscevano benissimo dato che Brusco e Azzolini l'han palesato da subito.
Si ritorna a votare quindi a Trecenta e noi giovani della Federazione della Sinistra ci chiediamo una cosa: E' giusto che ora un piccolo comune come Trecenta debba spendere nuovamente soldi pubblici per affrontare le elezioni? Le paghi chi, sentendosi al di sopra della legge ha deciso con arroganza e presunzione di continuare per la sua strada..........trovando però alla fine un macigno contro cui sbattere la testa 

giovedì 4 ottobre 2012

Lorenzo Feltrin e il mistero della tracolla scomparsa

Il Polesine si tinge di giallo...e anche nella Federazione della Sinistra Polesana il rosso lascia il posto al colore del sospetto: il GIALLO.
Qualcuno ha sottratto a Lorenzo Feltrin, portavoce polesano dell FdS la sua inseparabile tracolla...
sembrerebbe una notizia da nulla, se non per il prezioso contenuto di quella tracolla.
L'astuto Feltrin infatti, nella veste di universitario provetto nasconde nella valigetta scolastica importanti segreti della politica polesana. Niente libri e appunti insomma, ma veri e propri atti politici siglati con i partiti rodigini, il mondo sindacale e quello imprenditoriale.
Proprio il travestimento da studente modello è stato fatale al giovane di Occhiobello che pur di portare con se enormi segreti si è dovuto immatricolare all'università pagando tanto di rette. Ieri sera ha dimenticato la tracolla fra i banchi scolastici, e un losco emissario ha colto questo momento di debolezza per impossessarsi del contenuto assai prezioso. 
Ed ora il Polesine trema:
- Trema innanzitutto il Partito Democratico, che al di la di qualche sporadica uscita sulla stampa in cui prende le distanze dalla FdS, ha stretto il 12 aprile 2012 un patto d'acciaio con Feltrin: saremo alleati per sempre basta che ci aiutiate a sbarazzarci di Nadia Romeo e suo padre. Il documento, firmato da Graziano Azzalin, Marinella Mantovani e Diego Crivellari potrebbe essere reso pubblico e creare un patatrack colossale tra i democratici....anche perchè la parte succulente sta proprio nel modo in cui ci si sarebbe sbarazzati dei Romeo: qualcuno di FdS avrebbe dovuto far notare che i due erano del Partito Socialista fino a poco tempo fa e che per abbandonare la nave che affonda hanno fatto tessere del PD a destra e manca scalando i vertici del partito di bersani e ora ne dettano indisturbati il buono e il cattivo tempo a scapito di chi ha militato per decenni tra i partiti fondatori. Pare addirittura che sul documento contenuto nella tracolla di Feltrin vi fosse la doppia firma di Renzi e Bersani, cosa che farebbe finire la corsa di entrambi alle primarie decretando la vittoria di Laura Puppato che diventa così una dei principali sospettati del furto.
- Ma trema anche il centrodestra: potrebbe essere portato alla luce un patto Feltrin-Coppola per per smascherare il buon Marangon che ora passato all'UDC punterebbe a tornare nel PDL una volta accertatosi che il PD, abbandonata la sinistra per andare con i centristi, cada in rovina grazie ad un repentino ritorno di Maragnon nelle fila del PdL: in questo modo infatti l''UDC sarebbe capitanato da Fiorella Cappato colei che si è dimessa dal Partito Democratico passando all'opposizione in provincia e che ora si troverebbe di nuovo alleata del PD e questo potrebbe farle drizzare ancor di più i capelli.
-Trema il sindacato e trema quindi la CISL dato che nella famosa tracolla vi sarebbe un documento a firma congiunta Dal Zio-Feltrin in cui si fa notare che la segretaria della Cisl Valeria Cittadin inneggia a Mussolini su facebook....cosa che farebbe indignare sicuramente il sindacato di Bonanni e provocherebbe l'espulsione della Cittadin dalla segreteria....ah no, scusate...tutto ciò è già venuto a galla ma mi deve essere sfuggita l'indignazione del sindacato.
-In ultima analisi tremano anche l'imprenditoria: pare infatti che in un angolo della borsa vi fosse un antico progetto di revisione industriale di un grosso impianto....pare che il luogo in questione fosse Porto Tolle, e pare che in quelle carte datate 9 anni fa fosse contenuto un progetto a firma di un certo mister Scaroni che proponeva di trasformare una vecchia centrale usando il carbone come combustibile. Pare poi che spillato sotto quel documento vi fosse una fotocopia del Sole 24 Ore datato 2011 in cui questo Scaroni dichiara che le centrali a carbone sono nocive. E pare poi che spillato ancora pù a fondo vi sia un'altra fotocopia del quotidiano economico in cui un certo Fulvio Conti spiega ad un gruppo di azionisti di non preoccuparsi che soldi per convertire la centrale di Porto Tolle non ce ne sono e non ne verranno spesi. Pensate quindi alla portata di questa coperta...pensate se si sapesse che chi ha progettato una riconversione ora critica il progetto e che addirittura l'amministratore delegato della società spieghi agli azionisti che la conversione non si farà.

Per il bene del Polesine quindi occorre fare un appello con il cuore in mano: restituite la tracolla a Feltrin!!!

giovedì 27 settembre 2012

Ma Sallusti è un martire?

Ferma restando la libertà di stampa, è bene chiarire alcuni concetti sulla vicenda Sallusti:


- Sallusti non ha "scelto" di non andare in carcere, la pena è stata SOSPESA ma avrebbe potuto scegliere le misure alternativa alla detenzione dato che questa gli è stata sospesa...ma da gran paraculo non lo ha fatto;

-Sallusti come direttore di un giornale è RESPONSABILE di quello che vi è scritto, soprattutto se con pseudonimi... in qualsiasi lavoro il direttore è responsabile di ciò che accade attorno a lui...

-Sul giornale non è stata espressa un'opinione, nessuno è stato condannato per opinione ma per diffamazione, per aver pubblicato una cosa NON VERA...avete letto almeno l'articolo: 
"Il dramma di una 13enne, il giudice ORDINA l'aborto" è il titolo..... poi "il figlio è stato estirpato e buttato via".....nell'articolo si invoca persino la pena di morte per il giudice....peccato che la notizia fosse FALSA...

-Sallusti ora è un martire, ma lui e la famiglia che gli paga lo stipendio (Berlusconi) invocavano il carcere per i giornalisti chr pubblicavano le intercettazioni del caso Ruby dove almeno non si raccontava nessuna MENZOGNA...

-Prevedere il carcere per reati non violenti è incivile, ok allora non deve essere previsto nemmeno per download illegali (vi dice niente MEGAUPLOAD?) o clandestinità o diffamazione normale...perchè si vuole togliere solo quella a mezzo stampa così se noi diffamiamo qualcuno continuiamo ad andare in carcere mentre a Sallusti parano il culo....

-Sansonetti e Antonini de Il Manifesto e di Liberazione sono stati condannati a 8 mesi per aver scritto di poliziotti vicini all'ex capo della polizia De Gennaro... devo essermi perso lo sdegno, la sospensione della pena e l'ira di Napolitano....

in conclusione io sono garantista e credo Sallusti non debba andare in carcere NONOSTANTE LE GRAVI COLPE (ha rovinato la vita di una persona con delle falsità)...ma leggo e sento molta incoerenza oltre ad un garantismo a fasi alterne a seconda di chi ci sia da garantire

sabato 15 settembre 2012

La SINISTRA in festa...a Rovigo arriva il RED RIOT

GIORNATA DI MOBILITAZIONE E DI LOTTA ORGANIZZATA DALLA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA, CONTRO LA CRISI RIBELLARSI E' GIUSTO!

Piazza Annonaria (Rovigo)

ore 10,30 
distribuzione del Parmigiano Partigiano 
a cura del GAP (Gruppo d’Acquisto Popolare)

ore 12,30 pranzo sociale a favore 
dei cassintegrati del polesine a cura 
del Circolo Arci Mediterraneo di Adria
acconpagnamento musicale di Nando e Fabio canti di lotta

ore 15,30 “suoniamogliele!!!” 
rassegna di gruppi misicali giovanili per riprenderci 
gli spazi, con Hate the Nation, 
Navarros e Eclipse.

ore 18,30 discussione aperta con i giovani militanti 
della Federazione della Sinistra su Lavoro e Futuro

20,00 aperitivo in musica contro la krisi 
con specialità greche

All'interno due aree ristoro con birre, vino e buon cibo a PREZZI POPOLARI!

martedì 11 settembre 2012

E' fatta, presentato Referendum per il ripristino dell'art. 18. Federazione della Sinistra in primo piano

Oggi 11 settembre sono stati depositati in Cassazione i quesiti referendari per il ripristino dell'art. 18 e di tutti i diritti abrogati dalla riforma Fornero. 
Tra i presentatori ovviamente Diliberto e Ferrero della federazione della Sinistra, Gianni Rinaldini della Fiom oltre che a Vendola e Di Pietro si Sel e IDV.
Ora da maggio tocca a noi con la raccolta firme per sostenere i referendum e renderli validi.
Ricordiamo che in primavera la Federazione della Sinistra anche in polesine aveva già raccolto le firme per una petizione rivolta al ministro Fornero con la richiesta di non toccare l'articolo 18.
Proprio dal fatto che la ministra non ha tenuto le firme portate in senato da Ferrero e Diliberto, è partita già dalla primavera l'intenzione di depositare un quesito referendario e di creare il comitato dove poi sono confluiti anche Di Pietro Vendola e Bonelli oltre che importanti nomi del mondo sindacale..
In questo quadro la Federazione della Sinistra Polesana, così come già successo in primavera, si sta mobilitando per portare in ogni comune la raccolta firme referendaria e sensibilizzare quindi l'opinione pubblica.
Ricordiamo infatti che il raggiungimento delle firme necessarie è solo il primo passo, dopodichè sarà necessario convincere la metà più uno dell'elettorato ad andare alle urne come è stato per i referendum sull'acqua ed il nucleare.
Noi siamo pronti a partire, come sempre il simbolo del lavoro è la nostra bandiera...e quando c'è da difenderlo la Federazione della Sinistra è in PRIMA FILA

lunedì 6 agosto 2012

CAMPAGNA CONTRO GLI AFFITTI IN NERO


Nell'afoso e torrido pomeriggio di sabato 28 luglio si è tenuto, presso la sede della Federazione della Sinistra di Rovigo, un interessante incontro con l'Unione Inquilini. Un loro rappresentante ci ha infatti fatto la cortesia di giungere da Roma nonostante la giornata infuocata, per aggiornarci sulle statistiche relative alle questione abitative della provincia e sulla nuova campagna che mira a contrastare gli affitti in nero.

In base alle statistiche si evincono delle cose piuttosto interessanti, che hanno sorpreso ed incuriosito l'attento pubblico presente all'incontro. La nostra provincia risulta infatti essere quella con il più alto numero di sfratti forzosi, ovverosia eseguiti con la presenza delle forze dell'ordine., ed ha una tendenza completamente inversa rispetto al resto dell'Italia. In sala ci si è interrogati a lungo sulla possibile causa e la risposta più plausibile va individuata nel retroterra socio-culturale, ancora molto radicato nella mentalità polesana, che rende la popolazione molto gelosa delle proprie proprietà e non lesina a far ricorso all'autorità per proteggere i propri interessi.
Dai numeri, fatti i dovuti calcoli, emerge un'altro fatto molto significativo ed aggiungerei preoccupante: circa 1 famiglia su 10 del nostro territorio ha subito o è a rischio di sfratto. Ciò è esplicativo di come la crisi economica stia colpendo molto duramente il tessuto sociale del nostro territorio, nella più completa indifferenza di gran parte delle forze politiche aggiungo.

Il rappresentante dell'Unione Inquilini è passato poi ad illustrarci la campagna informativa messa a punto per contrastare la pratica, ancora molto diffusa, degli affitti in nero. Grazie al decreto legislativo 23 del 2011 è possibile per il locatario denunciare l'irregolarità del rapporto di locazione e grazie a ciò può godere di un nuovo contratto di affitto della durata di 4+4 anni pagando sino all'80% in meno del precedente affitto. In questo modo a Roma, l'Unione Inquilini ha aiutato più di 1000 persone, in gran parte donne, ad ottenere un contratto regolare. Anche nei casi più problematici dove l'opposizione del proprietario è stata piuttosto dura, le cose si sono risolte nel migliore dei modi in quanto le forze dell'ordine sono intervenute a difesa degli affittuari, garantendo il rispetto della legge.
Dato che, come ci hanno spiegato, ogni caso presenta le sue particolarità e va valutato in maniera precisa per chiarire se ci sono le basi per iniziare l'iter di registrazione del contratto e se ciò conviene, dato che il costo per la registrazione si aggira intorno ai 3-400 euro. La Federazione della Sinistra si è detta pronta a prepararsi per attivare uno sportello informativo e di orientamento per aiutare tutti coloro che intendono percorrere questa strada.

Non bisogna scordarsi che chi affitta in nero evade le tasse, facendone ricadere un maggior peso sulle spalle dell'intera comunità ed, in aggiunta, potrebbe godere di servizi gratuiti ed agevolazioni in quanto non dichiara il reddito derivante dal canone d'affitto. 

Invito quindi chiunque a diffondere le informazioni contenute in questo post, e quelle ben più precise e dettagliate che potete trovare nel sito dell'Unione Inquilini qui linkato - ww.unioneinquilini.it - , e di contribuire attivamente dato che in questi tempi di crisi queste concrete pratiche di solidarietà e resistenza possono contribuire a far sentire tutti meno soli.

giovedì 26 luglio 2012

Pescatori in crisi, la regione non neghi le sue responsabilità. Manzato deve solo vergognarsi


Ma per piacere!
Manzato la smetta di arrampicarsi sugli specchi e di fare lo scaricabarile sulla vicenda pesca nel Delta.
E’ francamente vergognoso che l’assessore regionale in visita a Porto Tolle cerchi di lavarsi la coscienza come una verginella e scarichi la colpa sulla solita Roma Ladrona.
In questa occasione parlo oltre che da esponente FdS Portotollese, anche da figlio di pescatori di Scardo vari, nipote di pescatori, cugino di pescatori ed amico di pescatori.
E’ squallido e inquietante che la regione tenti con tanta nonchalance di scrollarsi di dosso le enormi responsabilità che ha in tutta questa faccenda. La vivificazione delle lagune è compito della Regione Veneto, così come la gestione delle spiagge. Quindi chi doveva farla la vivificazione? Berlusconi o Monti? 
Una bella faccia tosta quella di Manzato,che se ne viene a spasso nel delta a danno già compiuto incolpando il governo centrale perché non ha ancora risolto la crisi. Le colpe caro assessore sono di chi non ha fatto prevenzione, di chi ha tagliato gli stanziamenti al Consorzio di Bonifica impedendo cosi la difesa delle lagune e mettendo in crisi migliaia di pescatori.
Definisce lo spettacolo desolante, peggio di quanto potesse aspettarsi…eh già facile per Manzato visto che non ha la più pallida idea di come sia fatto il Delta e che evidentemente ha sottovalutato il grido di allarme dei pescatori se si aspettava qualcosa di più roseo.
Una cosa è certa, l’assessore può cantare fin che vuole la sua filastrocca ma stavolta non incanta i pescatori. Qui nel delta è un anno che diciamo che le lagune vanno vivificate, che i lavori sono urgenti. La risposta della regione è stata un assoluto, assordante e pericoloso silenzio.
Avrete sulla coscienza le famiglie che state rovinando con la vostra inerzia.

domenica 22 luglio 2012

No all'abolizione e allo smembramento della Provincia di Rovigo




Guglielmo Brusco, vicepresidente Comunista della Provincia di Rovigo, nonchè assessore al lavoro e alla sanità e impavido difensore dei diritti dei più deboli, dice la sua sul decreto approvato in questi giorni che pone fine all'unità del popolo polesano passata attraverso le grandi Guerre, le alluvioni del fiume Po, la vita in risaia e la crisi economica...





"Tiziana Virgili non sarà l’ultimo Presidente della Provincia di Rovigo.

Tiziana Virgili merita di essere il prossimo Presidente della Provincia di Rovigo. Lo merita perché in questi anni di Presidenza, tra le altre cose, si è schierata nettamente a favore della giustizia sociale, a difesa del mondo del lavoro in crisi e a protezione dei più deboli e degli emarginati.
E se tutti, a partire dal Presidente della Repubblica, faranno il proprio dovere e chiederanno semplicemente il rispetto della Costituzione, avranno il merito di impedire, che un governo comandato da uno che nei confronti delle province, delle popolazioni e della democrazia che rappresentano, ha già avanzato provvedimenti anticostituzionali dal significato peggiore di quelli che fece il duce Benito Mussolini nel 1927, possa far si che Tiziana Virgili sia l’ultimo Presidente della Provincia di Rovigo.
Monti e i suoi colleghi, che possono annoverare tra i dati caratteristici del periodo del loro mandato un numero spaventoso di suicidi per problemi economici che molti imputano legati anche dalla loro azione governativa e un numero pauroso e crescente di poveri che si contrappone alle smisurate e immorali ricchezze di pochi ricchissimi che non sono colpiti da patrimoniali per scelta precisa del governo presieduto dall’ultimo Senatore a Vita nominato dal Presidente Napolitano (la precarietà il Dr. Monti la lasciata agli altri, ai giovani e ai più deboli!!!), non possono impunemente beffare la Costituzione.
Le Province, secondo l’art. 133 della Costituzione nata grazie ai sacrifici e anche alla morte di tante donne e tanti uomini della Resistenza, possono cambiare circoscrizione solo “con leggi della Repubblica, su iniziativa dei Comuni, sentita la stessa Regione”. E quando mai i nostri comuni si sono attivati perché il Polesine non sia più Provincia? E quando mai la nostra Regione ha espresso preventivamente il suo parere? Ma Monti pensa di operare in una Repubblica delle banane dove la Costituzione non esiste?
Allora, indipendentemente dal quesito provincia si o provincia no, prima di tutto c’è da rispettare la Costituzione e finché questa non sarà cambiata, l’iniziativa spetta ai comuni e non a Monti e al suo Governo composto da personaggi con redditi milionari che chiedono sacrifici ai lavoratori, ai disoccupati e ai pensionati con redditi miserabili..
Per questo invito i Parlamentari e i Consiglieri Regionali polesani (anche la Regione viene presa in giro con questo provvedimento), i partiti, i Comuni e tutti coloro che hanno a cuore la democrazia e il rispetto della Costituzione ad attrezzarsi per rispondere adeguatamente a questo attacco alla sovranità popolare, chiamando la Corte Costituzionale a fare il proprio dovere in merito. La Giunta Provinciale ha già deciso di difendersi, ma solo insieme i polesani saranno più forti!!
Non ho dubbi che sarà il Presidente della Repubblica Napolitano a richiamare questo governo di non eletti dal popolo, al rispetto della Costituzione e nel caso ciò non succedesse, so anche che tanti si stanno informando se per l’attacco alla integrità dello Stato e alla sovranità popolare espressa ancora una volta nell’art. 17 del Decreto 95/2912, il governo Monti-Passera-Fornero, possa essere denunciato per attentato alla Costituzione.
Difendiamo la Provincia di Rovigo e la Costituzione!!! Un appello anche alla stampa, affinché come ha fatto in questi giorni Libero, approfondisca il tema e dica a tutti che l’art. 17 del Decreto 95/2012 è anticostituzionale."


mercoledì 27 giugno 2012

Nessun prete e nessun giudice ha deciso per Vittorio

Il compagno Vittorio Bisso di Dolo (VE) ha deciso che ne aveva abbastanza...Poteva bastare....
L'ex assessore e consigliere provinciale dei Comunisti Italiani 53enne ha deciso di non diventare chiavo della Sclerosi Laterale Amiotrofica, la maledettissima SLA...
Riportiamo un pensieri di Nicola Atalmi del PdCI tratto dal suo sito www.atalmi.it

"Ieri Vittorio ha deciso di andarsene.....
Lo ha fatto con la forza delle sue idee, della sua dignità.
Lo ha dovuto fare in Svizzera perché nel nostro incivile Paese ci sono troppi preti, troppi giudici, troppi politicanti ipocriti che vogliono decidere quando comincia e quando finisce la vita.
Vittorio invece, dopo una vita di lavoro in fabbrica, di impegno politico aveva deciso che quella terribile malattia, la sclerosi laterale amiotrofica, non avrebbe deciso per lui.
L’ha combattuta finché ha potuto, ma aveva già deciso che non ne sarebbe rimasto ostaggio in una lunga agonia immobilizzato ed intubato.
Vittorio, comunista, appassionato di moto e di viaggi, ha deciso di dare gas e partire.
Nessun prete e nessun giudice lo ha potuto fermare.
Hasta Siempre Vittorio."

lunedì 25 giugno 2012

Valeria Cittadin per te Miss Italia finisce qui


Chi di centrale ferisce, di centrale perisce…

E’ questo l’epilogo della fulminante carriera di Valeria Cittadin all’interno della Cisl Polesana….iniziata all’improvviso, dal nulla, balzando alle cronache per la sua difesa a spada tratta della riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle, a volte persino ambigua, attirando i primi mal di pancia da parte degli iscritti al suo sindacato, ma guadagnando le prime pagine di molte testate giornalistiche….
E proprio il via libera da parte del Consiglio di Stato al nuovo iter per l’ottenimento di tutti i permessi da parte di Enel per ottenere la riconversione ha fatto si che la Valeriona mettesse in atto la più grossa caduta di stile di un sindacalista polesano a memoria d’uomo…
Riferendosi alle sue divergenze di opinioni con chi ha sempre ostacolato il progetto di riconversione, ha pubblicato sul suo profilo facebook una foto della frase di Mussolini “Molti nemici molto onore” con tanto di nome e cognome del Duce e la data in cui l’ha pronunciata………….
Grande Valeriaaaaaaaa…..bella mossa…..Pollice alto……….sei una grande……………
Ma come caspita ti viene in mente di fare una cosa del genere? Ma insomma? Questo è il rispetto per gli iscritti al tuo sindacato? Pubblicare frasi del fondatore del Partito Fascista? Ma per carità abbi almeno il buon senso di dimetterti….
E invece no…..la Valeriona sbotta sui giornali che la frase va contestualizzata….embè certo….che ci sarà mai da contestualizzare…un fascista rimane un fascista, e le sue frasi possono tornarsene nella tomba assieme a lui, senza che qualche sindacalista con la smania di apparire si inventi di farne culto…
E si infastidisce anche la Cittadin…”scrivere frasi di Mussolini indigna tutti, ma citare Marx & Co non indigna nessuno”..
Ebbene Valeria, anche se nella tua pagina facebook c’è scritto che hai lavorato presso il ministero dell’istruzione, ti comunichiamo qualora ti sfuggisse che in Italia l’apologia del fascismo è reato, come lo è la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del partito fascista….Mentre essere comunisti non lo è……
E sai perché? Perché il tuo amico Benito è salito al potere con la strategia del terrore a son di squadrismo, di olio di ricino e di omicidi come quello di Matteotti, mentre il partito Comunista è quello di Berlinguer, di Togliatti, di uomini che han fatto della politica uno strumento per unire l’Italia, gli italiani e i lavoratori….
E se proprio dobbiamo metterci a fare le analisi del tuo gesto cara Valeria, non puoi nemmeno nasconderti dietro l’impulsività di aver visto una cosa sul social network e aver cliccato condividi…non incanti nessuno sai Valeria, quella foto non l’hai condivisa ma l’hai aggiunta dal tuo blackberry…questo significa che quantomeno l’hai vista, l’hai salvata sul cellulare e poi l’hai caricata…a meno che non vogliamo ipotizzare che l’abbia scattata proprio te chissà da quale tuo cimelio personale…
Quindi cara Valeria prima di inventare scuse campate in aria occhio a come funzionano i social network, e se non lo sai non iscriverti….
Proviamo pietà e compassione per quei poveri lavoratori iscritti al tuo sindacato che si sono sentiti umiliati e sconfortati nell’apprendere che con i loro 10/20 euro mensili che lasciano al tuo sindacato debbano sopportare oltre alla tua voglia di protagonismo anche le tue cadute di stile e vedere colei che li rappresenta inneggiare al fascismo.
Ma abbiamo fiducia nel lavoratori, a qualunque categoria sindacale appartengano, e sappiamo che sapranno porre fine a quest’epoca caratterizzata dalle tue manie di protagonismo coronate da questo stupido gesto che riporta ad ideologie che è meglio lasciare sepolte dove sono.

Cara Valeria per te Miss Italia finisce qui

domenica 24 giugno 2012

Ritorna il gruppo d'acquisto per il parmigiano terremotato


Dopo il positivissimo esito della prima iniziativa, che ci ha permesso di acquistare e distribuire in tutta la provincia quasi 5 tonnellate di Parmigiano Reggiano proveniente dal Caseificio 4 Madonne del modenese, colpito dal sisma, il Gruppo di Acquisto Popolare della Federazione della Sinistra continua il suo impegno sul fronte della solidarietà attiva e organizza un secondo ordine di Parmigiano Reggiano.
Il caseificio a cui ci rivolgiamo è il Caseificio Razionale Novese di Novi di Modena. Anche in questo caseificio il magazzino è stato gravemente compromesso e per poterlo ripristinare è necessario vendere il Parmigiano che è stato possibile salvare dai crolli delle strutture di stagionatura. Questo tipo di aiuto consente alle famiglie polesane di non essere gravate da impegni onerosi, acquistando un prodotto ottimo ad un prezzo inferiore che al supermercato e allo stesso tempo offre un prezioso aiuto alla riprese dell’economia e del lavoro delle zone terremotate. 

Chi è interessato a prenotare il suo ordine può contattarci:
via mail all’indirizzo: gappolesine.fds@gmail.com 
telefonicamente: Lorenzo Feltrin (3397181654) per l’Alto Polesine
Giovanna Pineda (3481758955) per Rovigo
Angelo Motta (3423222061) per il Delta 
direttamente presso la nostra sede di corso del Popolo, 183 a Rovigo.
Le stagionature disponibili e i relativi costi sono:
- 14 mesi, 11 euro/kg
- 27 mesi, 13,50 euro/kg
- 36 mesi 14,50 euro/kg

I prezzi comprendono già 50 cent per le spese di trasporto e gestione degli ordini. Qualora l'incasso fosse superiore alle spese il ricavato sarà devoluto all'acquisto di beni materiali per la gestione dei campi di sfollati di Fossoli e Cavezzo, gestiti dalle Brigate di Solidarietà Attiva - Fasce Rosse.

Il termine ultimo per prenotare e pagare è il 2 luglio 2012.

mercoledì 20 giugno 2012

4,5 Tonnellate di ringraziamenti


4,95 tonnellate è il numero sorprendente di Parmigiano Reggiano che il gruppo d’acquisto organizzato dalla Federazione della Sinistra Polesana, assieme alla lista civica “Uniti per cambiare” di Occhiobello, ha portato in provincia di Rovigo. 
L’idea è nata leggendo l’appello del Caseificio sociale 4 Madonne di Medolla (MO) che chiedeva non elemosina, ma un aiuto per ripartire con la propria attività…in pratica proponevano di acquistare il loro parmigiano ad un prezzo modesto (10,50 euro al kg per stagionatura di 14 mesi) in modo da svuotare i magazzini danneggiati e procedere con i lavori di ristrutturazione. 
Da qui la FdS ha organizzato tre centri di raccolta: uno a Porto Tolle per il basso polesine, uno a Rovigo per il medio, ed uno a Occhiobello per l’alto polesine con l’aiuto della lista civica. Preziosissimo è stato l’aiuto dei tre circoli della Federazione che hanno raccolto un’enorme quantità di ordini mettendoci tempo, passione e denaro.
Una vera gara di solidarietà si è scatenata fra le tre fette di polesine con Occhiobello in testa con 2169 kg, seguito da Rovigo con 1399 e da Porto Tolle che ha dovuto chiudere l’ordine anticipatamente per problemi di trasporto, raccogliendo comunque 1383 kg.
Ogni singolo volontario che ci ha aiutato in questa avventura, nonché ogni circolo del partito, l’ha fatto a titolo gratuito, anzi pagando da se il carburante per raggiungere Modena o il noleggio del furgone come è stato per Porto Tolle..
Un enorme ringraziamento va quindi ai nostri giovani volontari, alla nostra terra e ai nostri compaesani che si sono rivolti a  noi fidandosi della nostra serietà ed organizzazione. Senza dimenticare tutte le persone che ci hanno contattato ma alle quali abbiamo dovuto dire di no perché l’ordine era già chiuso per problemi di stoccaggio del caseificio. 
Non appena a Medolla ricominceranno a prendere ordinazioni, anche noi partiremo con una seconda gara!
I nostri giovani hanno portato personalmente i saluti del Polesine ai terremotati, a queste persone sempre col sorriso sulla bocca, nonostante tutto, e con tanta ma tanta voglia di ricominciare tirandosi su le maniche…Ed ora han portato a casa un enorme GRAZIE da parte del caseificio sociale e dei suoi lavoratori che operano nelle quattro sedi vicino Medolla. 
Una terra anch’essa colpita dal terremoto come il polesine, ha saputo tirarsi su le braccia ed aiutare chi era messo peggio…Come dice il comunicato che il giorno seguente al sisma è arrivato ad ogni iscritto della Federazione della Sinistra “Care compagne e cari compagni, nella crisi del terremoto, e nel terremoto della crisi, la solidarietà è la nostra bandiera, non lasciamo soli i nostri fratelli”…E Rovigo e la Federazione della Sinistra con i quasi 52.000 euro di acquisto solidale, ha fatto proprio questo!

mercoledì 30 maggio 2012

La FdS organizza gruppo d'acquisto per il parmigiano terremotato...E NON SOLO...

Ogni iscritto alla Federazione della Sinistra ha ricevuto questo comunicato: 
"Care compagne e cari compagni, nel terremoto della crisi, e nella crisi del terremoto, la solidarietà è la nostra bandiera, non lasciamo soli i nostri fratelli..."

La Federazione della Sinistra Polesana ha deciso di rispondere all'appello del caseificio 4 Madonne di Medolla colpito dal sisma. I produttori del Parmigiano non chiedono elemosina, ma l'opportunità di rialzarsi col proprio lavoro. A causa del sisma il magazzino è stato gravemente compromesso e per poterlo ripristinare è necessario vendere il parmigiano....
Verso fine della prossima settimana i nostri giovani partiranno a proprie spese alla volta di Medolla per acquistare il formaggio ordinatoci dai polesani. Chiediamo a chi fosse interessato di contattarci via mail o via Facebook o telefono ai contatti che vi indichiamo sotto... 
Questa sorta di aiuto intelligente consente alle famiglie polesane di non essere gravate da impegni onerosi acquistando un prodotto ottimo ad un prezzo inferiore che al supermercato; e inoltre fa si che i terremotati non si sentano in procinto di chiedere elemosina.
Il prezzo per il parmigiano stagionato a 14 mesi è di 10,50 euro al kg

contatto Facebook:              Federazione della Sinistra Polesana   (www.facebook.com/fds.rovigo)

per il medio/alto polesine:  Lorenzo Feltrin:   feltrin.lorenzo@libero.it  3397181654

per il medio/basso polesine:  Angelo Motta: motta60@libero.it    3495589125

Sottolineiamo che oltre a questa iniziativa, la Federazione della Sinistra ha aperto presso il circolo di Modena la Cassa di Resistenza a cui inviare contributi economici tramite bonifico e che saranno poi devoluti alle famiglie degli operai morti nonché ai lavoratori rimasti senza occupazione per colpa del sisma. I contributi saranno versati sul conto del Prc Federazione di Modena e saranno trattati con la massima trasparenza come già accaduto per il sisma dell'Aquila e l'alluvione di Genova...e (in misura molto più modesta) come avvenuto coi proventi dell'iniziativa Arancia Metalmeccanica promossa dalla Federazione della Sinistra Polesana che ha devoluto i proventi della vendita delle arance ai lavoratori in lotta della Bassano Grimeca. 

E' dura chiedere esborsi di denaro in un momento di crisi e in un momento di diffidenza verso la politica...ma voi saprete riconoscere un partito della casta da un partito di lotta a fianco dei bisognosi. Per ogni iniziativa da noi promossa siamo sempre disposti, in prima persona, a darne conto nei minimi particolari.

Concludiamo con l'appello del circolo FdS di Cavezzo:
"Siamo a Cavezzo, stiamo allestendo la cucina per i terremotati. Ci servono una ventina di volontari e volontarie al giorno per tre mesi circa. Gestiremo come PRC - Fasce rosse - BSA una cucina da circa 250 piatti. Colazione - pranzo - cena. Attivatevi e fate liste volontari, la mail a cui inviare i nomi per i volontari è e.francani@libero.it . Tutti devono essere automuniti di tende e sacco e pelo. La solidarietà è la nostra bandiera, noi cuciniamo loro sfilano"

lunedì 28 maggio 2012

A chi fa paura il Parco? Chi si nasconde dietro i suoi oppositori?

Troppe idiozie, troppe cavolate, troppe menzogne sono state dette in questi 15 anni sul Parco del Delta...gente senza scrupoli ha manipolato l'opinione pubblica con vere e proprie infamie inventate sul Parco del delta, dal dire ai pescatori che non avrebbero più potuto cacciare, al dire agli agricoltori che non avrebbero più potuto coltivare per finire col dire ai cacciatori che non avrebbero più potuto dilettarsi con le doppiette. E ci troviamo qui, nel 2012 con un Ente Parco che macina soldi dal 1997, con comuni che ricevono grossi contributi tramite l'Ente e tramite l'Europa, ma con le stesse bugie che vengono palesate a destra e a manca....
Ed è quindi il caso di chiedersi quali interessi ci siano dietro le mosse dei manovratori...
A pochi metri da noi il Parco Emilia Romagna naviga in buone acque, crea occupazione, distribuisce permessi di caccia, fornisce marchio al pescato e all'agricoltura....mentre da noi la politica che non vuole decidere e la politica del compromesso han bloccato ogni possibilità di sviluppo...e gli stessi figli di questa politica accusano il Parco di frenare uno sviluppo che loro stessi non han voluto creare.
Per fortuna ad un certo punto arriva la Corte dei Conti che indaga sui soldi spesi per il piano ambientale del Parco che manca da 15 anni e il ministero dell'ambiente che minaccia di tagliare i fondi qualora non si approvi questo benedetto piano previsto già nella legge che istituisce il Parco del Delta...
E qui arriva il tour de force degli antiparco che organizzano eventi su eventi per bloccare nuovamente la votazione del piano che ricordiamolo ingloba pochissimi tratti del delta tanto da far sorridere quando ci si trova a guardare la piantina del vero perimetro del parco del Delta: il solo fiume Po..
Mentre i comuni corrono a chi sottrae più terreni alla mannaia del Parco, i manovratori continuano incessanti il loro lavoro che finora han svolto in modo ineccepibile...
Nella sola Porto Tolle si sono tenuti due convegni avversi al piano ambientale nel giro di una settimana....e quindi torniamo a chiederci: che interessi economico-politici stanno mascherando questi signori?
All'ultimo convegno di Porto Tolle c’era praticamente tutta la politica, eccetto ovviamente la Federazione della Sinistra. Tutti intenti a farsi vedere insieme e concordi nel dire che il Parco è un male per Porto Tolle ed è necessario uscirne.
Un paio di considerazioni spero ci siano permesse:
Allora, oltre al vicepresidente di Federcaccia, partecipavano tra gli altri anche il sindaco di Porto Tolle, l’assessore comunale Pizzoli, quello provinciale Bellan, Ivano Gibin per gli ex leghisti oltre a rappresentanti di alcune associazioni di categoria. 
Innanzitutto sorprende il tempismo di questo convegno; quando Porto Tolle aveva la vicepresidenza dell’Ente con la leghista Sacchetto, ogni istanza separatista era stata congelata, mentre ora, appena la Sacchetto ha ricevuto il benservito abbiamo avuto due convegni anti parco in una settimana….della serie quando abbiamo la poltrona siamo favorevoli, appena ci cacciano siamo sfavorevoli.
Quello che più ci preme ricordare è che Porto Tolle fa parte del Parco in base ad una specifica legge regionale, allora perché nessuno di quelli che chiedono l’uscita dei consiglieri portotollesi dall’Ente fa presente che anche se i rappresentanti del nostro comune non vanno nel consiglio a votare, Porto Tolle dovrà lo stesso sottostare a quello che il consiglio deciderà senza che il Delta abbia avuto opportunità di farsi sentire? Ci sembra una scelta suicida della serie decidete voi e noi ci adeguiamo…
Un’altra considerazione riguarda l’assessore provinciale Bellan: quando dice che al Parco si è sempre data troppa attenzione parla da Portotollese o da assessore provinciale? E’ bene ricordare la pioggia di critiche che questi soggetti hanno fatto cadere (senza peraltro ottenere alcun risultato) sul nostro consigliere Motta perché al Parco dicevano parlasse per conto proprio e non della provincia che rappresenta. Ma allora è giusto chiedersi: è la posizione della provincia quella di mandare un proprio assessore al convegno degli antiparco e dichiararsi concorde con questi?
Sentiamo l’assessore Pizzoli dire che nessuno ha chiesto chiarimenti sulle posizioni di Porto Tolle riguardo al piano del Parco, e quindi ci sorge il dubbio che soffra di amnesia visto che proprio questa settimana si è tenuto un incontro con sindaci e assessori dell’area Parco in cui Porto Tolle ha potuto dire la propria opinione ed ha ottenuto successivi incontri per chiarire la propria posizione.
Stessa cosa riguarda il Sindaco, non vorremmo che per evitare la caduta della sua debole maggioranza dia un colpo al cerchio ed uno al barile avanzando proposte diverse di revisione del piano a seconda che si trovi a cospetto di cacciatori inferociti o di colleghi sindaci dei comuni limitrofi.
Strano poi sentir dire che le associazioni di categoria sono tutte concordi nella posizione del comitato, per quanto riguarda la pesca ci sembra partecipassero solo due presidenti di cooperative ma nessuno della Lega Pesca o della Federcoopesca, e oltretutto sarebbe opportuno sapere se Tugnolo parlava a nome della propria cooperativa o a nome di vicepresidente del Consorzio pescatori.
In ultima battuta ben venga il referendum, ma allora come mai non è mai stato fatto finora per una scelta che si protrae da 13 anni? E come mai per una questione importante come il parco si riscopre la democrazia referendaria mentre per le decisioni sulla riconversione a carbone della centrale si è sempre demonizzato il referendum?
Insomma come sempre due pesi due misure e tanta, ma tanta incoerenza…ma infondo chissefrega, la campagna elettorale è iniziata e a Porto Tolle da sempre la coerenza non esiste

sabato 19 maggio 2012

Il comune di Porto Tolle vuole uscire dal Parco...



Di seguito le considerazioni del nostro consigliere comunale Claudio Bortolotti apparse sulla stampa a cui nessuno degli interessati ha risposto....quindi per il principio del "chi tace acconsente" ne evinciamo che il comune di Porto Tolle, amministrato da PD, PSI, Lega e PDL abbia deciso di uscire dall'Ente Parco del Delta del Po...




"La campagna elettorale per le amministrative 2013 a Porto Tolle ha preso ufficialmente il via mercoledì 09-05-2012.
L’argomento principale sarà senza dubbio la questione Parco, o per meglio dire l’uscita da parte del Comune di Porto Tolle dall’ente.
Stando a quello che le cronache ci riportano, questo in sintesi è quello che è emerso al convegno organizzato dal neonato movimento portotollese degli indipendenti (che visto il simbolo poi tanto indipendenti forse non sono).
Che scopo avesse l’iniziativa lo si intuiva sin dal titolo (“Parco del Delta del Po – dal 1997 ad oggi – senso o non senso della sua istituzione”); passando poi ai nomi dei relatori, il quadro si completava.
Ovviamente ci sarebbe molto da dibattere e ribattere sui contenuti e sull’indirizzato dato al dibattito, sull’uso strumentale del tema che ne fanno alcuni politici locali spacciando per “amore del territorio”  un mero calcolo politico-elettorale; ma ci saranno sicuramente tempo e modo per farlo. 
Ci sono due affermazioni del portavoce del movimento indipendenti che hanno attirato la mia attenzione: ”…abbiamo speso 10mila euro come amministrazione per elaborare proposte-tecniche per il piano del parco…”, oltre a: “Oggi col senno di poi, visto il non senso che ha l’esistenza di questo Ente, valuteremo l’uscita”. Queste affermazioni mi stimolano altrettante riflessioni: la prima è se c’era bisogno di spendere 10mila euro di soldi pubblici per trovare una scusa per farsi dire dall’ente che quelle modifiche non possono essere apportate al piano; ma quella, a mio avviso, politicamente più rilevante è se il portavoce, quando parla di uscita, parla per il suo movimento o parla anche per PD e PSI, attualmente in maggioranza con Lui. Nel caso, PD e PSI cosa pensano al riguardo? Hanno “per caso” nel loro nel programma elettorale 2013 contemplato questa opzione?
Non posso concludere che con una considerazione sulla partecipazione del Sindaco alla serata: ricordo che il 30-03-2012 non è intervenuto all’assemblea del comitato liberi cittadini di Porto Tolle, dal titolo “Centrale a carbone inutile e dannosa: con le rinnovabili si avrebbe tutela della salute e molti più posti di lavoro”, perché affermava: “La loro politica del no non mi appartiene”. Quella del no del comitato non Le apparitine, quella del no del movimento indipendenti Le apparitine? Come sempre si adottano due pesi e due misure, ma Le ricordo che lei è il Sindaco di TUTTI i Portotollesi, e non solo della parte che lo ha votato..."

La mafia teme di più la scuola che i magistrati...e noi rispondiamo: non ci avrete mai...


Come diceva il grande Antonino Caponnetto del pool antimafia assieme a Falcone e Borsellino: "La mafia teme di più la scuola che i magistrati"...e noi Giovani della Federazione della Sinistra Polesana rispondiamo: non ci avrete mai...
Non deve mai più succedere che un genitore, tranquillo di aver mandato il proprio figlio a scuola, debba poi venire a sapere che un attentato gliel'ha strappato via per sempre senza potergli dare un ultimo abbraccio..Non è più possibile che l'istruzione e la coscienza antimafia debbano essere messe in discussione da vili attentati...Da oggi in ogni istituto, più di prima, dovrebbe essere obbligatorio trattare di criminalità organizzata e sensibilizzarne la lotta...una società istruita, dei giovani che studiano con coscienza senza chinare il capo fanno paura, tanta....
Dopo l'orrore, lo sgomento e la tristezza, è la rabbia il sentimento che ci coglie sentendo la notizia del più vile degli attentati. Una rabbia che deve darci la forza di reagire, come Paese, come cittadini, come persone. Se gli assassini che mettono le bombe e uccidono ragazze inermi vogliono seminare il terrore, spaventare, spingere la gente a chiudersi in casa, noi dobbiamo reagire, manifestare e discutere collettivamente. Non ci sono ancora notizie certe sulla matrice di questa vigliacca violenza, ma certo, troppe sono le coincidenze che portano a pensare alla mafia. Il modo più triste per celebrare il ventennale delle stragi di Capaci e via D'Amelio  è sapere che la mafia uccide ancora. Che la mafia esiste ancora. Che sia questa la natura della strage o meno, il Paese deve rispondere collettivamente, alzare la testa, stringersi attorno ai familiari di chi non c'è più, ai feriti, ai superstiti, alla città di Brindisi e gridare con forza, coraggio e determinazione: "Non ci fate paura!". La più bella risposta è quella che vediamo in queste ore, con le persone che in ogni città, compresa la nostra, scendono in piazza e manifestano il loro sdegno, ma anche la loro voglia di reagire.
Alle istituzioni, alle Forze dell'Ordine, alla Magistratura chiediamo di sapere dimostrare altrettanta forza e determinazione, di non cedere a nessun ricatto o vile intimidazione e di saper stroncare definitivamente il cancro della violenza mafiosa e terrorista.

Federazione Giovani della Sinistra Polesana

martedì 8 maggio 2012

Elezioni in Polesine, la FdS si riprende Taglio di Po

Mentre in Europa abbiamo assistito alla vincita di Hollande in Francia con tanto di comunisti all'11% ed in Grecia la sinistra radicale si è piazzata seconda, in Italia il pdL e la Lega sono finalmente scomparsi facendosi risucchiare il proprio corpo elettorale dal movimento di Grillo...
In Polesine, dove le novità politiche giungono sempre con qualche tempo di ritardo, il centrosinistra riesce a sottrarre una roccaforte al centrodestra e si afferma quindi in tutti e tre i comuni maggiori...
A Fratta Polesine la presidente della provincia Tiziana Virgili diventa primo cittadino affermandosi con la propria lista davanti ad un'altra lista sempre di centrosinistra quasi azzerando i voti di pdl e lega.....
A Badia Polesine vince Gastone Fantato a cui davamo l'appoggio esterno, e a Trecenta il nostro candidato sindaco Guglielmo Brusco non centra l'obiettivo di diventare primo cittadino ma entra comunque in consiglio comunale mantenendo il posto che prima era occupato dalla compagna Paola Panziera...

La vera rivoluzione è avvenuta a Taglio di Po, dove l'amministrazione uscente era di centrodestra e dove la FdS da qualche anno non eleggeva più un consigliere...
Stavolta oltre ad aver strappato il comune al centrodestra della Coppola grazie ad un giovane candidato sindaco come Francesco Siviero, la nostra Giovane Gaia di Giangiacomo (in foto) fa il pieno di preferenze e si posiziona al secondo posto, subito dietro l'ex sindaco Margaret Crivellari...
Una scelta che ha pagato quindi, quella delle candidature giovani che nella FdS non sono mai mancate e che da sempre portano un ottimo contributo in ogni comune polesano nel quale ci presentiamo ai cittadini... Un misto di novità, giovinezza, freschezza ma anche un'intensa attività capillare di campagna elettorale da parte degli uomini del partito ha portato quindi Gaia ad essere eletta miss preferenze... Un giusto connubio tra novità ed esperienza...
Un in bocca al lupo a tutti e grazie a chi ci ha votato, rendendo palese anche agli occhi dei ciechi, che quando il centrosinistra è genuino, senza giochetti, senza secondi fini, senza antagonismi, è in grado di vincere senza bisogno di cercare l'appoggio della Coppola con trasversalismi che gli elettori non capiscono più e di cui si sono stufati...