domenica 6 maggio 2012

ELEZIONI IN EUROPA: QUALE DIREZIONE?

La giornata di oggi si rivelerà fondamentale per capire quale direzione prenderà l'Unione Europea e se avrà o meno un futuro. Si vota infatti in 4 Stati dell'Unione ( Francia, Grecia, Germania e Italia) e in Serbia, i risultati che emergeranno dalle urne si tradurranno poi in un possibile ripensamento della politica economica di austerità decisa, in primis dalla Germania, o in una sua conferma.



Ma partiamo dalle elezioni più importanti e cariche di conseguenze, ovverosia dalle elezioni francesi. Il candidato socialista Hollande è riuscito per la prima volta nella storia nel sorpassare il presidente uscente al primo turno delle presidenziali. Questo dato conferma il fatto che il popolo francese in larga misura si è reso conto che la politica portata avanti da Nicolas Sarkozy si è rivelata fallimentare. Egli nel solco di molti altri leader europei quale "medicina" da contrapporre all'avanzamento della crisi ha utilizzato il taglio della spesa pubblica e la compressione dei diritti sociali. Ciò ha comportato una accelerazione della crisi che anche in Francia si fa sta ripercuotendo pesantemente. Sarkozy inoltre è stato finora un pilastro fondamentale della strategia del rigore e dell'austerità professata dal cancelliere tedesco. tanto che i giornali hanno ribattezzato questa inedita alleanza franco-tedesca fondendo i nomi dei due in "Merkozy".

Hollande, dall'altra parte, pur non essendo nuovissimo della politica francesce, non dimentichiamo che si tratta dell'ex marito di Ségolène Royal e segretario del partito socialista a quel tempo, si sta proponendo come portatore di una "nuova" politica soprattutto in ambito europeo. Ha già affermato che metterà in discussione l'asse franco-tedesco soprattutto per quanto riguarda il fiscal compact, il pareggio di bilancio in Costituzione e la tobin tax. La Francia si sa, per la sua storia, la sua cultura e la sua economia, è un grande Paese e può essere il fulcro di una nuova idea di Europa non più germanocentrica e liberista. Se Hollande vincerà, com'è probabile, le elezioni e riuscirà a formare un'alleanza con gli altri Paesi dell'Europa meridionale (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia) avrà un peso tale che la Germania non potrà ignorare e sarà quindi obbligata a sedersi al tavolo delle trattative.

C'è da rilevare poi un buon risultato ottenuto dalla sinistra radicale in Francia che nel suo totale può vantare un ottimo 15% e potrà contare nelle scelte di politica interna ed estera. Vi è da segnalare pure l'ascesa della destra radicale guidata da Marine Le Pen che sfiora il 20%, giungendo a raccogliere quasi il 40% nelle campagne e nei quartieri più degradati delle città. Non bisogna sottovalutare questo dato in quanto il Fronte National è portatore di idee xenofobe e nazionaliste molto spinte che ci fanno tornare in mente gli anni più bui della storia europea. Per di più si prepara, con la sconfitta di Sarkozy si prepara a prendere la testa di tutta la destra francese e potrà rivelarsi un serio problema nel futuro soprattutto se la crisi dovesse peggiorare e non avere sbocchi.



Subito dopo la Francia in ordine di importanza vi sono le elezioni greche. In esse si fronteggiano essenzialmente i partiti sostenitori del memorandun, il documento con il quale la grecia ha preso formalmente l'impegno di adottare le politiche di austerità in cambio del prestito da parte dell'UE e del FMI, e i partiti invece che intendo strappare quel documento denunciando come le politiche attuate stiano uccidendo il popolo greco. I sondaggi indicano una grande emmorragia di voti per i partiti che hanno sostenuto il patto, ed una grande ascesa sia dell'estrema destra che dell'estrema sinistra che intendo mettere tutto in discussione. Da notare che la sinistra radicale è divisa in tre partiti ognuno dei quali accreditato di circa un 9%, mentre l'estrema destra si colloca intorno al 20%. Tuttavia questi sondaggi sono da prendere con le "pinze" in quanto gran parte dell'elettorato di dice indeciso oppure minaccia di non andare a votare. E' quindi difficile fare previsioni su chi vincerà. Si può solo evidenziare che se i partiti firmatari del memorandum non otterranno la maggioranza parlamentare si aprirà una nuova fase di incertezze e si dovrà tornare ai tavoli della trattativa. Non è nemmeno escluso che la Grecia venga, a questo punto consensualmente, posta al di fuori dell'area euro e che torni alla dracma.



Spostiamoci ora in Germania, oggi infatti si vota nel land dello Schleswig-Holstein che si trova ai confini con la Danimarca, domenica prossima invece si vota nel land più popoloso: il Nord Reno-Westfalia. I più in difficoltà sono i liberali della Fdp per i quali si prospetta un crollo che potrebbe arrivare persino a mettere in discussione la tenuta del governo Merkel. In Germania, essendo uno stato federale, le elezioni regionali sono tenute in gran considerazione, basti pensare che il socialdemocratico Gehrard Schröder era andato alle elezioni anticipate proprio perchè nel 2005 aveva perso la maggioranza nel Land del Nord Reno-Westfalia. I liberali rischiano di non superare la soglia del 5% necessaria per accedere al parlamento regionale e ciò può indurre Frau Merkel ad indire alezioni anticipate in autunno nel tentativo di cercare alleati migliori. E' possibile quindi che dalle urne esca un ennesimo verdetto di sfiducia nei confronti della politica europea ed interna (non dimentichiamo lo sciopero generale indetto la scorsa settimana dal potente sindacato metalmeccanico tedesco) del cancelliere tedesco.



Tocca ora alla Serbia dove si vota insieme per le presidenziali anticipate, le legislative, le municipali e le regionali in Voivodina (nord). A fronteggiarsi sono principalmente lo schieramento filo-europeista e riformista guidato da Boris Tadic e lo schieramento conservatore e nazionalista con a capo Tomislav Nikolic. I due leader si aggirano entrambi intorno al 35% dei consensi e saranno loro a sfidarsi nel turno di ballottaggio previsto per il 20 maggio dove sarebbe dato vincente, sempre secondo i sondaggi, Boris Tadic. La partita si è giocata sostanzialmente sui temi dell'integrazione europea e della crisi economica, con Tadic che è riuscito ad attirare come sostenitore, concedendo generosi aiuti di stato, men che meno l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, il quale ha deciso di spostare parte della produzione in Serbia offrendo quindi occupazione. Il tutto si traddurrà in voti per il presidente uscente Tadic. Le legislative però vedono in testa il Partito del progresso serbo (Sns, conservatore) di Tomislav Nikolic, al 33%, rispetto al 28% del Partito democratico (Ds) di Tadic. Nikolic però faticherebbe di più a trovare alleati per un governo.



Infine vi sono le elezioni amministrative italiane. Non sono moltissimi i comuni dove si vota, ma i risultati di alcune città importanti quali Genova, Verona, Parma, Palermo, Catanzaro, Taranto, Lecce e l'Aquila. Si dovranno leggere i risultati nell'ottica degli scandali che hanno coinvolto pesantemente i partiti, l'ultimo dei quali la Lega, ancora al centro dell'attenzione mediatica e alla luce del voto di protesta contro le politiche di macelleria sociale condotte dall'esecutivo. Interessate da osservare sarà anche l'affermazione del Movimento 5 Stelle il quale guidato dal suo popilista leader Beppe Grillo si propone come movimento anti-sistema e proprio per questo probabilmente riuscirà ad ottenere un buon risultato, nonostante alcune recenti frasi pronunciate da Grillo che lasciano interdetti, ad esempio che lo Stato strangola i cittadini, mentre la mafia non arriva a tanto. Frase questa che ha provocato una forte condanna da parte dell'associazione dei familiari delle persone vittime di mafia.

La sinitra radicale invece non è vista come alternativa valida al sistema (anche per via delle divisioni che la pervadono) e questo è un vulnus preoccupante in un periodo nel quale la crisi picchia duro e le destre ed i movimenti populisti prendono forza.



In conclusione possiamo affermare, al di fuori di ogni dubbio, che questa tornata elettorale europea avrà una portata storica e ciò che uscirà delle urne sarà foriero di conseguenze importanti, positive o negative, per l'intero quadro europeo.

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