venerdì 19 novembre 2010

ENTE PARCO: la regione cala la maschera...


Alla fine è successo, il presidente Zaia ha commissariato l’Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po. Il nuovo commissario è il dottor Viti, un dirigente di Belluno che ovviamente poco conosce del territorio deltizio ed al quale bisognerà corrispondere anche l'indennità di trasferta...
Viene quindi da chiedersi quali siano le ragioni che han portato a questo commissariamento, e qui viene il bello: l’ente è stato commissariato perché il consiglio che ogni anno scade, non si è rinnovato completamente, mancava la nomina di ben 4 consiglieri. Quello che ha dell’incredibile è che i consiglieri mancanti erano proprio quelli che la Regione doveva nominare entro il 4 ottobre (termine prorogato poi fino al 18 novembre) ma che non ha provveduto ad indicare.
Insomma Zaia ha commissariato il Parco per inadempienza della Regione stessa!
Questo la dice lunga su quale sia la vera volontà di Regione Veneto e soprattutto della Lega Nord; Zaia ha finalmente gettato la maschera ed è emersa la verità: tutelare e far finalmente decollare il Delta da fastidio a questa regione e da fastidio soprattutto alla Lega che tanto si è battuta affinchè il consiglio non approvasse il piano del Parco che manca da 13 anni ed era finalmente sul punto d’arrivo.
Tutto ciò era lampante da molto tempo, se la regione avesse avuto interesse affinchè il parco decollasse, poteva fare da input, d'altronde dispone in consiglio di ben 4 consiglieri, il doppio di tutte le altre amministrazioni, ed invece è sempre rimasta latente.
Si butta via in questo modo quel poco di credibilità che era rimasta all’ente, si buttano via anni di attività e soprattutto milioni e milioni di euro andati in fumo; basta guardare la differenza con la parte romagnola del Parco, che è avanti anni luce rispetto a noi, ma loro si sa, hanno un’amministrazione regionale che crede ed investe nel territorio deltizio.
La realtà è che pensare di dare uno sviluppo sostenibile al Delta quindi da fastidio agli interessi di troppe persone…

mercoledì 10 novembre 2010

LA REGIONE TAGLIA PER LA DIFESA DI PORTO TOLLE (e Rosolina)

Si continua a tagliare nella lotta alla prevenzione dei disastri ambientali.
L’ultima delibera di giunta regionale ha ridotto lo stanziamento per la salvaguardia degli scanni di porto tolle. Dei 550mila dichiarati ne arriveranno solo 150.
E’ il caso di ricordare che fanno parte della giunta regionale anche la Polesana Isi Coppola che tanto si spende in chiacchiere per affermare il suo impegnoper il delta, e molti leghisti che definiscono il proprio partito radicato nel territorio. Facile annunciare come al solito al ridosso delle elzioni l’arrivo dei fondi per poi tagliarli successivamente sperando di passare inosservati.
Gli scanni, oltre ad avere valore turistico e naturalistico per la salvaguardia di fauna e flora selvatiche, fungono da importante difesa delle nostre terre dalle invasioni del mare.
E’ pertanto assai grave che un taglio così imponente arrivi solamente pochi giorni dopo l’alluvione che ha messo in ginocchio molte province venete. E’ proprio questa la denuncia da fare, PdL e lega che amministrano il veneto da decenni, continuano a tagliare risorse alla sicurezza del territorio e poi gridano alla calamità in caso di disastri naturali.
Devono vergognarsi quei politici, anche polesani, che chiedono il voto facendo campagne spiegando il radicamento del territorio e portando lotte nei confronti di Roma ladrona salvo poi andare a Venezia e rendersi complici di tagli alla tutela e salvaguardia del territorio polesano. Diciamo a questi signori che si stanno assumendo una grossa responsabilità, quella di aver sottratto fondi per le acquatiche in un comune che si estende sotto il livello del mare.

mercoledì 3 novembre 2010

ALITALIA: cornuti e mazziati...

E’ fresca fresca la notizia secondo cui l’amministratore delegato di Alitalia Rocco Sabelli, ha intenzione di raccomandare agli azionisti di costruire una fusione della compagnia di bandiera con Air France-Klm. Beh che c’è di strano direte voi… ma andiamo a ritroso nel tempo di qualche anno, facciamo tipo il…2006:
Al governo c’è Romano Prodi ed il 10 ottobre il premier denuncia il pessimo stato dei conti della compagnia e decide di prendere in mano la questione per evitarne il fallimento contattando i partner stranieri interessati al salvataggio della flotta.
Il primo dicembre poi il CdM (consiglio dei ministri) delibera la cessione della propria quota di controllo di Alitalia, mentre pochi giorni dopo il Tesoro pubblica l’invito a presentare manifestazioni d’interesse.
A febbraio 2007arrivano le prime manifestazioni d’interesse, ma successivamente Airone e Airflot si ritirano, finchè a luglio il ministro dell’economia annuncia che la gara è fallita. Nello stesso periodo il presidente di Alitalia Libonati si dimette incassando 6milioni e 600mila euro di liquidazione; al suo posto arriva Maurizio Prato.
Tra agosto e settembre si vara un piano “per la sopravvivenza” ed il presidente da il via alla ricerca a tutto campo di qualche acquirente; nel frattempo le voci dei leghisti e di Berlusconi si fan sempre più potenti tuonando contro una svendita all’estero della nostra compagnia e contro la chiusura dello scalo di Malpensa.
Si fanno sotto intanto Airflot, Airfrance ed Airone; mentre dall’opposizione continuano al gridare allo scandalo per l’avvicinarsi di partners stranieri.
Il 30 novembre il quadro finanziario peggiora, la compagnia comunica un indebitamento che è salito a 1,18 miliardi.
A dicembre Airfrance fa una proposta di interessamento non vincolante ed il CdM comunica la scelta di quest’ultimo partners per le trattativa per la cessione della propria quota di proprietà (49,9%). Il 28 dicembre il ministro Padoa Schioppa da il via libera definitivo alla trattativa. Berlusconi e Bossi insorgono. Un putiferio di ricusazioni…
A Gennaio 2008 l’amministratore delegato di Air France (ex AD di Alitalia) incontra Prodi, Padoa Schioppa ed i sindacati, intanto Airone ricorre al Tar contro la trattativa riservata con la compagnia francese. Nello stesso mese il governo Prodi cade per colpa dei centristi di Mastella che gli negano la fiducia.
A febbraio Airfrance fa sapere che proseguirà la trattativa solo se il futuro premier appoggerà l’operazione. Berlusconi fa sapere che è contrario alla vendita della compagnia agli stranieri e sostiene che una cordata di imprenditori italiani sia pronta all‘acquisto. Intanto la liquidità di Alitalia continua a scendere mettendo a rischio persino i rifornimenti di carburante.
Lo stato Italiano continua sulla via dei prestiti ponte concedendo milioni su milioni di euro….
Ad Aprile Berlusconi e la Lega vincono le elezioni ed Airfrance si ritira dalla gara e l’amministratore delegato di Alitalia si dimette portandosi a casa una liquidazione di 6milioni e 700mila euro.
Alla fine la CAI (compagnia area italiana) comprerà Alitalia con il plauso di Berlusconi e dei leghisti….nel frattempo qualche migliaio di lavoratori ci lascerà la pelle….
Veniamo al dunque: l’amministratore delegato oggi annuncia l’intenzione di procedere alla costruzione della fusione con Airfrance nel 2013.……
Ma quindi…invece di gridare allo scandalo perché Prodi vedeva di buon occhio l’acquisto di Alitalia da parte dei francesi per evitare licenziamenti e perdite economiche…non si poteva, col senno di poi, procedere su quella via? Non si sarebbe evitato un ulteriore prestito ponte? Non si sarebbe evitata una liquidazione milionaria per l’amministratore delegato? Non era meglio trasferire le passività ad Airfrance?
Alla fine noi tutti abbiam pagato per risanare i debiti di Alitalia, i lavoratori han finito per il pagare lo stesso con la loro pelle….ed a distanza di due anni Sabelli tira fuori dal cilindro nuovamente Airfrance…
Complimenti: cornuti e mazziati!