sabato 22 maggio 2010

RIPRENDIAMOCI L'ACQUA

Venersì 21 maggio ho avuto il piacere di partecipare all'incontro pubblico con Riccardo Petrella, economista politico di fama internazionale e fondatore del Comitato Mondiale dell'Acqua.
Nel corso del suo intelligente e vivace internveno Petrella ha esposto le tappe che ci hanno condotto oggi a dover lottare per la riconquista di beni pubblici fondamentali come l'acqua, che rischiano di cadere in mano a multinazionali senza scrupoli.
Lo smantellamento del welfare state a cui stiamo assistendo ormai da quasi due decenni riposa in ultima istanza nella voracità del capitalismo che ha rialzato la testa e si è detto pronto a riprendendersi le conquiste sociali ottenute dalle lotte dei nostri padri. Dopo aver messo le mani su importanti settori della nostra società come l'educazione e la sanità, si è concentrato sull'acqua, un bene che nel futuro promette di divenire sempre più raro e prezioso e quindi remunerativo dal suo punto di vista. Per giustificare la sua ascesa il capitale gioca col significato delle parole: l'acqua è un bene pubblico? ma certo! però le tubazioni no! L'acqua è un diritto? Sicuramente, però ha un costo. Non tutti possono permettersela? Facciamogliela pagare un po' meno, però ha sempre un costo.
Tutto ciò rende i suoi usufruitori dei meri consumatori. Nella società capitalista-consumista tutto ha un costo, non esiste il diritto. La logica dell'arricchimento personale ha prevalso da tempo su quella della ricchezza collettiva. Infrastruttute essenziali come gli acquedotti, le tubazioni ecc. vogliono farli passare come dei costi, ma in realtà rappresentano la nostra ricchezza comune. Questa distorta logica, come ha ricordato Petrella, sembra aver aperto un'ampia breccia anche nel PD che durante l'ultimo governo Prodi spingeva con Bersani e Lanzillotta per l'affidamento a dei gestori privati di ogni servizio pubblico locale.
Ma, come diceva Petrella, è mai possibile che un cittadino si debba sentire in collera perchè attraverso la fiscalità pubblica viene gestito l'erogazione del servizio idrico e al contrario gli va più che bene che i carri-armati vengano costruiti con i soldi pubblici? La fiscalità ha una funzione fondamentale, quella di redistribuire il reddito, se essa viene ridotta al minimo significherà che aumenteranno le disuguaglianze.
Purtroppo viviamo in un tale stato di condizionamento che difficilmente filtrano all'opinione pubblica notizie importanti: per esempio penso che pochi sappiano che l'Italia è proprietaria di gran parte dell'acqua del Cile. Si perchè dovete sapere che la Costituzione cilena annovera l'acqua tra i beni che possono esser privatizzati. Il 92% dell'acqua cilena (laghi, fiumi, ecc.) è privata, e l'82% di questa è controllata da Endesa che è a sua volta di proprietà Enel, di cui lo Stato italiano possiede il 33% delle azioni.
Di fronte agli interrogazioni del Parlamento Europeo, la Commissione Europea non ha esitato a dichiarare che considera l'acqua un mero bene economico, leggermente diverso dagli altri ma pur sempre un bene economico.
Questo bene secondo la vigente legge italiana deve rendere almeno il 7% di profitto, percentuale questa che rispecchia la media dei guadagni privati in tutti gli altri settori.
Petrella ha concluso il suo intervento dichiarando che la battaglia sull'acqua bene pubblico è solo il primo passo per la riconquista di quello che è stato tolto alla società in termini di ricchezza collettiva. Dobbiamo riconquistare la sanità, l'educazione e la finanza pubblica. E' incredibile pensare che con tutte le banche operanti sul nostro territorio, in questo periodo di crisi economica quasi nessuna di loro eroghi il servizio per le quali sono nate: il credito. E' essenziale nazionalizzare gli istituti finanziari per affrontare la crisi.
La sfida dell'acqua sarà il banco di prova ove forgiare una risposta politica e culturale alla mercificazione di tutto l'esistente portata avanti dal capitale. La straordinaria partecipazione vista finora davanti ai banchetti per la raccolta firme è un indice di come la popolazione italiana possideda ancora gli anticorpi per reagire. Dobbiamo però spendere le nostre forze per supportare la battaglia referendaria, dalla raccolta delle firme fino al momento decisivo del pronunciamento vero e proprio. Impegnamoci dunque tutti a tenere alta l'attenzione su questo importante tema! Buon lavoro a tutti!

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