lunedì 17 gennaio 2011

Incontro con Luciano Gallo (FIOM) e Dino Greco (Liberazione)

Domenica 16 gennaio alle ore 17.30 presso la sala Flumina del Museo dei Grandi Fiumi a Rovigo si è tenuto un’interessante e partecipato incontro con Luciano Gallo (ex segretario regionale della FIOM-CGIL) e Dino Greco (direttore di Liberazione) organizzato dalla Federazione della Sinistra. Moderatore del dibattito è stato Nicola Chiarini, giornalista del corriere veneto. Il filo conduttore dell’evento è stato il doppio attacco ai diritti che viene portato avanti da una parte dalla FIAT con il ricatto di Mirafiori e dall’altra dal Governo col taglio indiscriminato dei fondi all’editoria.Cerco ora di sintetizzare in poche righe l’interessante evento.

La prima domanda rivolta da Nicola Chiarini al direttore di Liberazione ha riguardato proprio il “referendum” di Mirafiori e se sia possibile respingere un tale ricatto. Dino Greco ha risposto evidenziando come la storia della FIAT abbia intrecciato profondamente la storia dell’Italia: dall’occupazione della fabbrica durante il Biennio Rosso (1921-1922) e di come la FIAT abbia risposto con la serrata; alla lotta clandestina condotta dagli operai - anche per mezzo di imponenti scioperi - contro i nazifascisti nel 1943-1944, ed il loro ruolo nella nascita della costituzione repubblicana; dalla riscossa operaia (dopo le repressioni degli anni ’50) del 1968-1968 che ha dato vita allo Statuto dei Lavoratori e al Contratto Collettivo; fino alla sconfitta degli anni ’80 e la marcia dei 40.000 impiegati FIAT che decretò una risacca del movimento operaio fino ad oggi. Di fatto con il loro voto gli operai di Mirafiori hanno respinto il ricatto di Marchionne con un grandissimo scatto di dignità ed hanno testimoniato come il lavoro ancor oggi scandisce la democrazia del nostro Paese.

Chiarini si è poi rivolto a Luciano Gallo domandandogli se vede la presenza di elementi di controtendenza che facciano pensare alla nascita di un forte blocco sociale e qual è l’importanza di questi segnali che provengono dal mondo operaio.

Gallo ha ricordato come l’art. 1 della nostra Costituzione sia stato voluto con determinazione da Di Vittorio proprio perché esso racchiude in sé un ben preciso modello di società. Oggi Marchionne ha in mente invece un modello totalmente diverso non solo di relazioni sindacali, ma finanche di società e di sviluppo ed è per questo che a Mirafiori ha rilanciato con un diktat ancor più pesante di quello di Pomigliano. Per quanto riguarda le relazioni sindacali il modello Marchionne non prevede alcuna trattativa, mira solo a cancellare il contratto nazionale di lavoro e a cacciare il sindacato dalle imprese proprio come negli Stati Uniti (dove solo se il 51% dei lavoratori vota per un sindacato possono essere rappresentati altrimenti no), in modo tale che vi possa essere la piena dittatura delle imprese. Ma la FIOM non si farà cacciare, ma reagirà con forza e il primo appuntamento è lo sciopero generale del 28 gennaio.

Chiarini ha quindi interpellato Dino Greco sulla fuoriuscita della NEWCO FIAT da Confindustria, e gli ha chiesto perché risulta importante difendere il sistema di contrattazione collettiva.

Greco ha sottolineato come il lavoratore isolato risulta estremamente debole ed incapace di contrattare la propria prestazione d’opera. Infatti le imprese vogliono tornare alla contrattazione individuale proprio perché in tal modo il loro potere contrattuale è enorme. Ma nel frattempo, proprio quando il conflitto si fa via via più duro, da tutte le parti ci vengono a dire che la lotta di classe non esiste. Greco si domanda infine per quale motivo proprio quando disponiamo di un livello tecnologico estremamente sofisticato il mondo dell’impresa cerchi di imporre delle condizioni di lavoro così dure.

A Luciano Gallo Chiarini ha chiesto quindi perché la difesa dei diritti viene indicata da diverse parti come un atto conservatore che va contro la modernità; e se è possibile giungere ad un’unità sindacale attraverso un sentire comune.

Gallo ha messo al corrente gli ascoltatori di come siano arrivate alla FIOM lettere da tutta Italia, persino da Rosarno, in cui si chiede ai lavoratori e al sindacato di tener duro, poiché sono consapevoli che se viene sconfitta la parte più combattiva ed organizzata del mondo lavorativo, le condizioni di lavoro peggioreranno per tutti. La modernità viene intesa - da chi accusa la FIOM di essere conservatore – come dittatura del capitale, infatti se passa questo modello di società in Italia ciò avrà conseguenze a catena in tutta Europa che non potrà più essere l’Europa dei diritti. Infatti Marchionne vuole coinvolgere tutto il mondo produttivo in questa crociata, che vede le imprese competere solo sul costo del lavoro senza investire, in modo tale da far ricadere il costo della crisi solamente sulle spalle dei lavoratori. Ci troviamo quindi di fronte,ha sottolineato Gallo, ad una battaglia generale che implica la risposta a questa domanda: che società vogliamo? Occorre incrementare il conflitto sociale coinvolgendo più soggetti possibili. L’unità sindacale poi ha una sola strada percorribile ovvero quella che passa sul diritto di voto da parte dei lavoratori su piattaforme ed accordi, e sul diritto di essere rappresentati senza escludere nessun sindacato. In pratica si tratta della strada della democrazia.

Infine Chiarini ha interrogato Dino Greco sul tema dei tagli all’editoria contenuti nel decreto Milleproroghe che mettono a rischio 4.000 posti di lavoro.

Dino Greco ha evidenziato come se entro 40 giorni il decreto sarà approvato così com’è scompariranno Liberazione e il Manifesto ed assieme a loro altre 92 testate. Naturalmente quelle allineate col potere troveranno sicuramente altri finanziamenti per restare in vita, mentre quelle che si battono ogni giorno per un informazione libera e per i diritti delle persone conducendo campagne molto scomode alle grandi lobby economiche, finanziarie e politiche saranno condannate; anche perché i grandi gruppi non destineranno a queste testate la loro pubblicità in quanto sanno benissimo quale ne è l’orientamento. Questo si tradurrà in un tremendo impoverimento culturale e di pluralismo informativo che non ci possiamo permettere. Per questo ha concluso invitando tutti a diffondere e sostenerla lotta portata avanti da Liberazione e dal Manifesto e da tutte le altre testate non allineate coi poteri forti.



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