lunedì 28 maggio 2012

A chi fa paura il Parco? Chi si nasconde dietro i suoi oppositori?

Troppe idiozie, troppe cavolate, troppe menzogne sono state dette in questi 15 anni sul Parco del Delta...gente senza scrupoli ha manipolato l'opinione pubblica con vere e proprie infamie inventate sul Parco del delta, dal dire ai pescatori che non avrebbero più potuto cacciare, al dire agli agricoltori che non avrebbero più potuto coltivare per finire col dire ai cacciatori che non avrebbero più potuto dilettarsi con le doppiette. E ci troviamo qui, nel 2012 con un Ente Parco che macina soldi dal 1997, con comuni che ricevono grossi contributi tramite l'Ente e tramite l'Europa, ma con le stesse bugie che vengono palesate a destra e a manca....
Ed è quindi il caso di chiedersi quali interessi ci siano dietro le mosse dei manovratori...
A pochi metri da noi il Parco Emilia Romagna naviga in buone acque, crea occupazione, distribuisce permessi di caccia, fornisce marchio al pescato e all'agricoltura....mentre da noi la politica che non vuole decidere e la politica del compromesso han bloccato ogni possibilità di sviluppo...e gli stessi figli di questa politica accusano il Parco di frenare uno sviluppo che loro stessi non han voluto creare.
Per fortuna ad un certo punto arriva la Corte dei Conti che indaga sui soldi spesi per il piano ambientale del Parco che manca da 15 anni e il ministero dell'ambiente che minaccia di tagliare i fondi qualora non si approvi questo benedetto piano previsto già nella legge che istituisce il Parco del Delta...
E qui arriva il tour de force degli antiparco che organizzano eventi su eventi per bloccare nuovamente la votazione del piano che ricordiamolo ingloba pochissimi tratti del delta tanto da far sorridere quando ci si trova a guardare la piantina del vero perimetro del parco del Delta: il solo fiume Po..
Mentre i comuni corrono a chi sottrae più terreni alla mannaia del Parco, i manovratori continuano incessanti il loro lavoro che finora han svolto in modo ineccepibile...
Nella sola Porto Tolle si sono tenuti due convegni avversi al piano ambientale nel giro di una settimana....e quindi torniamo a chiederci: che interessi economico-politici stanno mascherando questi signori?
All'ultimo convegno di Porto Tolle c’era praticamente tutta la politica, eccetto ovviamente la Federazione della Sinistra. Tutti intenti a farsi vedere insieme e concordi nel dire che il Parco è un male per Porto Tolle ed è necessario uscirne.
Un paio di considerazioni spero ci siano permesse:
Allora, oltre al vicepresidente di Federcaccia, partecipavano tra gli altri anche il sindaco di Porto Tolle, l’assessore comunale Pizzoli, quello provinciale Bellan, Ivano Gibin per gli ex leghisti oltre a rappresentanti di alcune associazioni di categoria. 
Innanzitutto sorprende il tempismo di questo convegno; quando Porto Tolle aveva la vicepresidenza dell’Ente con la leghista Sacchetto, ogni istanza separatista era stata congelata, mentre ora, appena la Sacchetto ha ricevuto il benservito abbiamo avuto due convegni anti parco in una settimana….della serie quando abbiamo la poltrona siamo favorevoli, appena ci cacciano siamo sfavorevoli.
Quello che più ci preme ricordare è che Porto Tolle fa parte del Parco in base ad una specifica legge regionale, allora perché nessuno di quelli che chiedono l’uscita dei consiglieri portotollesi dall’Ente fa presente che anche se i rappresentanti del nostro comune non vanno nel consiglio a votare, Porto Tolle dovrà lo stesso sottostare a quello che il consiglio deciderà senza che il Delta abbia avuto opportunità di farsi sentire? Ci sembra una scelta suicida della serie decidete voi e noi ci adeguiamo…
Un’altra considerazione riguarda l’assessore provinciale Bellan: quando dice che al Parco si è sempre data troppa attenzione parla da Portotollese o da assessore provinciale? E’ bene ricordare la pioggia di critiche che questi soggetti hanno fatto cadere (senza peraltro ottenere alcun risultato) sul nostro consigliere Motta perché al Parco dicevano parlasse per conto proprio e non della provincia che rappresenta. Ma allora è giusto chiedersi: è la posizione della provincia quella di mandare un proprio assessore al convegno degli antiparco e dichiararsi concorde con questi?
Sentiamo l’assessore Pizzoli dire che nessuno ha chiesto chiarimenti sulle posizioni di Porto Tolle riguardo al piano del Parco, e quindi ci sorge il dubbio che soffra di amnesia visto che proprio questa settimana si è tenuto un incontro con sindaci e assessori dell’area Parco in cui Porto Tolle ha potuto dire la propria opinione ed ha ottenuto successivi incontri per chiarire la propria posizione.
Stessa cosa riguarda il Sindaco, non vorremmo che per evitare la caduta della sua debole maggioranza dia un colpo al cerchio ed uno al barile avanzando proposte diverse di revisione del piano a seconda che si trovi a cospetto di cacciatori inferociti o di colleghi sindaci dei comuni limitrofi.
Strano poi sentir dire che le associazioni di categoria sono tutte concordi nella posizione del comitato, per quanto riguarda la pesca ci sembra partecipassero solo due presidenti di cooperative ma nessuno della Lega Pesca o della Federcoopesca, e oltretutto sarebbe opportuno sapere se Tugnolo parlava a nome della propria cooperativa o a nome di vicepresidente del Consorzio pescatori.
In ultima battuta ben venga il referendum, ma allora come mai non è mai stato fatto finora per una scelta che si protrae da 13 anni? E come mai per una questione importante come il parco si riscopre la democrazia referendaria mentre per le decisioni sulla riconversione a carbone della centrale si è sempre demonizzato il referendum?
Insomma come sempre due pesi due misure e tanta, ma tanta incoerenza…ma infondo chissefrega, la campagna elettorale è iniziata e a Porto Tolle da sempre la coerenza non esiste

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