lunedì 19 aprile 2010

I 14 MILIONI DI EURO SPRECATI NELLA SANITA’ POLESANA

di Guglielmo Brusco - Assessore Provinciale alla Sanità

Per il Polesine 14 milioni di euro potrebbero servire a:
• 7000 borse lavoro da 2000 euro per far lavorare per 2/3 mesi persone particolarmente disagiate dal punto di vista socio-economico. Un modo per fronteggiare senza assistenzialismo passivo anche le povertà estreme.
oppure
• Migliaia di bonus famiglia per pagare le bollette e per sostegni economici necessari a superare l’attuale crisi economica.
oppure
• Assumere 350 nuovi dipendenti per la sanità pubblica dell’Asl 18. Questo fatto indubbiamente la renderebbe più efficiente e meno dispoendiosa per la gente.
oppure
• Assumere i circa 200 dipendenti che mancano dalla pianta organica dell’Asl 18, più alcune decine di disabili polesani.
ed infine
• Pagare l’integrazioni di retta, al posto dei famigliari, per le persone non autosufficienti ricoverate in casa di riposo (e anche quelle dei malati psichiatrici gravi e gravissimi ricoverati in strutture a media-alta intensità).

Invece decine di milioni di euro, in questi anni, sono servite e servono, secondo quanto affermato dal direttore generale dell’Asl 18 di Rovigo, per acquistare servizi sanitari da cliniche e ambulatori privati, che potrebbero essere erogati grazie alle proprie risorse, dalle strutture pubbliche.
E’ da anni che evidenzio pubblicamente questo problema, ma quasi nessuno ha preso in considerazione le mie tesi. Oggi che queste cose, chissà perché e con anni di ritardo, vengono rese pubbliche anche dal direttore generale dell’Asl 18, Dr. Marcolongo, spero che alcune istituzioni addette al controllo, rispondano a domande come queste:
Tutto questo è avvenuto per incapacità o per scelta? Se è avvenuto per scelta, chi è responsabile di tale programmazione: gli Assessori Regionali alla sanità, la Direzione dell’Asl 18 o altri?
Perché, sapendo di poter risparmiare decine di milioni di euro, nessuno di quelli che potevano farlo ha fermato questo, chiamiamolo eufemisticamente, ingiustificato flusso di denaro pubblico verso gestori privati?
Chi ci ha guadagnato da queste operazioni: solo i gestori privati o anche altri soggetti? Insomma un bel rebus da chiarire per una comunità come quella polesana che con 14 milioni di euro non sprecati potrebbe fare tante cose. E sia ben chiaro che, visto che esistono, non è che chiedo la chiusura delle strutture private utili all’eraogazione di servizi sanitari pubblici. Chiedo però che eroghino servizi che le strutture pubbliche non riescono a dare alla gente. Chiedo ad esempio, che non si cedano al privato servizi come la fisioterapia che potrebbero essere svolti dal gestore pubblico a prezzi molto più convenienti.
Perché alla fine paga la gente con le proprie tasse, con spese per visite private, con costi aggiuntivi per far accudire i propri cari ricoverati in ospedale da persone che suppliscono alla carenza di personale, ecc…
E questo lo dico anche se la maggioranza della gente alla fine, seppur informata, comunque vota proprio i maggiori responsabili di questa situazione (LEGA e PDL) che nel Veneto li penalizzano proprio nel campo della sanità.
Insomma, nonostante tutto, lavoriamo anche per chi, meriterebbe sentirsi dire: “Chi è causa del suo mal, peste lo colga!”

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