lunedì 12 aprile 2010

In Veneto se sfidi la Casta perdi.....


Qualche mese fa il consiglio regionale si è occupato ad approvare la legge finanziaria; legge dalla quale dipendono finanziamenti pubblici e tassazioni per l’intero anno.
Ci troviamo come ben tutti sanno in un momento di profonda crisi economica dove la diffidenza verso il mondo politico ha raggiunto picchi elevatissimi fra la società civile.
In uno scenario così duro, si susseguono da tempo i valzer della Lega Nord e del PdL nell’addossare la colpa a Roma-ladrona, rivendicando un Veneto libero da vincoli statali, con autonomia fiscale e quindi federalismo.

Ma passare dalle parole ai fatti è molto difficile.

Il consigliere Regionale uscente dei Comunisti Italiani – Federazione delle Sinistra, ha portato in consiglio un emendamento alla legge finanziaria per sganciare le indennità dei consiglieri regionali a quelle dei parlamentari di Roma. Con la proposta di Atalmi, si impegnava quindi la giunta, ad inizio legislatura ed in modo assai trasparente, a determinare stipendi e indennità.

E’ giusto spiegare che un consigliere veneto oggi riceve circa 9.000 euro mensili a cui si aggiungono le varie indennità ed i rimborsi spese. La proposta del consigliere mirava a diminuire tale indennità a 5000 euro mensili, con le eventuali maggiorazioni per presidente, vicepresidente assessori ecc. “A chi sostiene che la mia proposta fosse pura demagogia”-sostiene Atalmi-“ rispondo che si tratta pur sempre di 5000 euro, che non sono affatto pochi e permettono sia di vivere più che dignitosamente, sia di sostenere i costi legati all’attività politica”. Infine si faceva notare come i pur alti stipendi dei consiglieri non giustificassero certo le faraoniche spese che taluni consiglieri/assessori regionali sostengono per essere rieletti, dimostrando che i costi della politica non sono sempre trasparenti e democratici.

Bene, con PdL e Lega Nord che parlano sempre di costi della politica alti, di Roma ladrona e di Veneto autonomo le premesse erano buonissime. Peccato che in maniera assai compatta il partito di Marangon e della Coppola, e la Lega di Zaia e Contiero abbiano affossato l’emendamento senza nemmeno discuterlo, evidentemente perché non trovavano giustificazioni valide a questo loro assurdo comportamento.

Il progetto è stato affondato con 25 voti contrari, 5 astensioni e solo 13 voti favorevoli.

Abbiamo quindi capito che la politica della Lega Nord è solo ed esclusivamente pura demagogia: per ogni evento è pronta a trovare un capro espiatorio al di fuori della padania, siano extracomunitari, “terroni” o politici di Roma; tuttavia quando ha la possibilità concreta di differenziarsi dal resto del Paese si mimetizza nalla casta e nei suoi privilegi.
Ci chiediamo infine se l'assessore Coppola, occupaai a presenziare a qualsiasi attività pur di pubblicizzare la sua rielezione, farà menzione di quanto è accaduto e ci spiegherà, essendo essa stessa consigliera regionale, come mai abbia affondato la diminuzione dei costi della Casta Padana...
Perché noi sinceramente non ce ne capacitiamo….

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